Marinella di Nervi, si riaccende la speranza: in estate possibile avvio dei lavori
di Fabio Canessa
2 min, 24 sec
Odissea burocrazia, Mendelevich: "Sarà difficile, serve la collaborazione di tutti gli enti"
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Potrebbero partire quest’estate i lavori per ristrutturare la Marinella, lo storico edificio sulla passeggiata di Nervi devastato dalla mareggiata proprio mentre stava partendo la riqualificazione per farne un albergo di lusso con ristorante, spa e solarium. La data chiave sarà quella del 20 luglio: entro quel giorno la Protezione civile nazionale deve rispondere alla richiesta di risarcimento danni che consentirebbe almeno di avviare la prima parte del cantiere.
“Siamo a buon punto. L’istruttoria che abbiamo costruito col Comune è ben definita. Se tutto andrà bene nei prossimi giorni credo che la situazione potrà essere sbloccata e potremo inserire anche la Marinella tra le strutture private che potranno beneficiare di un risarcimento”, spiega l’assessore regionale Giacomo Giampedrone.
La procedura è stata a lungo bloccata dai paradossi della burocrazia. Perché l’immobile, di fatto, è ancora a metà tra pubblico e privato. La “Marinella 1934”, cordata di imprenditori che si è impegnata a fare i lavori, avrebbe ottenuto la concessione solo con l’atto di sottomissione, cioè a intervento ultimato. Ma la violenza delle onde ha gravemente danneggiato la struttura, che adesso rischia di crollare, bloccando sul nascere la partenza del cantiere.
La Regione ha presentato allora una specifica al dipartimento nazionale, chiedendo di considerare la Marinella come struttura in uso a privati, sebbene ancora del tutto demaniale. La risposta si attende nei prossimi giorni. I fondi probabilmente non basteranno a riparare tutti i danni: il massimale previsto è di 450mila euro, mentre la stima della società sfiora i 700mila.
Ma l'inghippo non è solo finanziario. “I problemi più grandi saranno di natura tecnica – spiega Igor Mendelevich, il presidente del consorzio – Le difficoltà sono di natura oggettiva per dove è collocata la Marinella: non possiamo fare interventi da terra, non possiamo farli dal mare perché la morfologia degli scogli non consente l’arrivo dei pontoni nonostante bracci lunghi 32 metri. Inoltre l’edificio ha un vincolo monumentale e gli scogli stessi sono protetti perché preistorici. Demolire le parti non crollate presenterà grossi ostacoli”.
La soluzione per rispettare tutti i vincoli imposti esiste, ma è complicata. le parti da abbattere saranno fatte cadere su cuscini ad acqua, quindi recuperate da un team di sommozzatori, imbragate su una chiatta, portate in porto e infine conferite in discarica. Una procedura che aumenta sensibilmente i costi. Tra l'altro sarà una corsa contro il tempo: solo tre mesi per lavorare in tranquillità, poi il maltempo renderà ancora più difficile l’accosto della chiatta e rallenterà ulteriormente i lavori.
Per questo Mendelevich, che nonostante tutto non ha rinunciato al progetto “per ragioni di coinvolgimento personale”, si appella alle istituzioni: “Sarà impossibile farlo senza la collaborazione di tutti gli enti coinvolti. Speriamo si trovi una soluzione tecnica che consenta di abbattere il costo degli interventi. Quantomeno cerchiamo di ‘tappullare’ per non arrivare al disastro. Il resto dipenderà da altri fattori. Non siamo nemmeno certi di poter aprire nel 2020”.
Fabio Canessa
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