Marassi: picchia la compagna davanti al bimbo di 2 anni, arrestato ex pugile
di Fabio Canessa
2 min, 12 sec
Da anni lei sopportava violenze e soprusi ma non aveva mai trovato il coraggio di denunciarlo
Un uomo, ex pugile professionista, è stato arrestato ieri dalla polizia locale per maltrattamenti in famiglia in presenza di minori. A denunciarlo è stata la compagna 22enne soccorsa e tratta in salvo dagli agenti che l’hanno sottratta alle violenze del 26enne. È successo nel quartiere di Marassi, dove gli agenti del terzo distretto sono potuti intervenire in fretta perché erano sul posto in ausilio ai vigili del fuoco, impegnati nella messa in sicurezza un edificio da cui si era verificata una caduta di calcinacci.
La ragazza si è affacciata al balcone chiedendo aiuto e grondando sangue, con in braccio un bambino di 2 anni. L’hanno vista e sentita persone dei palazzi di fronte. Alcuni cittadini sono scesi in strada, altri sono andati direttamente a bussare alla porta dell’appartamento della coppia, senza però ottenere risposta.
Per fortuna sono arrivati subito gli agenti, ai quali l'uomo ha finalmente aperto. Gli uomini del III distretto si sono trovati davanti la ragazza che perdeva copiosamente sangue dal naso. Lei, sulle prime, ha detto di essere stata scontrata accidentalmente dalla porta, aperta con una spallata dal compagno per forzare il ferro morto mentre lui ha dichiarato che la donna era caduta sbattendo contro la sponda del letto.
Gli agenti hanno capito che si trattava di qualcosa di ben diverso da un incidente e hanno chiamato i colleghi del reparto Giudiziaria. Portata in ospedale, la ragazza, che ha riportato la frattura del naso, ha finalmente trovato il coraggio di parlare con il personale della polizia locale e di denunciare l'accaduto.
La giovane, che con l’uomo si era fidanzata quando aveva solo 17 anni, ha raccontato una storia di violenze e soprusi durata molti anni e comune a quella di molte altre donne nelle sue condizioni: prima profondamente innamorata del compagno e poi spaventata dalle sue possibili reazioni, ha sopportato a lungo, non denunciando mai. Racconta la giovane che già nel 2015 era finita in ospedale per le violenze subite, che allora avevano portato i sanitari ad assegnarle una prognosi di ben 30 giorni.
Le violenze, sempre per motivi di gelosia, sono proseguite fino a ieri, quando il pestaggio è avvenuto davanti al figlio della coppia. Ieri la ragazza si è decisa a parlare, sciogliendosi in lacrime davanti agli agenti, stanca di vivere in un incubo e preoccupata più per il futuro del figlio che per se stessa.
La ragazza che ieri ha trovato la forza di denunciare è stata informata del fatto che può rivolgersi al centro anti violenza per l’assistenza legale e psicologica mentre gli agenti del reparto Giudiziaria della polizia locale hanno stretto le manette ai polsi dell’uomo e lo hanno trasferito in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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