Malasanità nel carcere di Marassi, detenuti in allarme: "Condizioni disumane"

di F.S.

Condizioni igieniche scarse o inadatte, somministrazione di farmaci senza etichetta e una generale disorganizzazione nell'effettuare le visite mediche. 

Viene riassunta così la situazione all'interno dell'area sanitaria interna al carcere di Marassi, a Genova, sotto i riflettori per le condizioni di vita dei detenuti affetti da patologie.

A puntare il dito è l'associazione Onlus 'Quei Bravi Ragazzi Family', che da anni tutela i diritti delle persone recluse e raccoglie le segnalazioni dai detenuti, dai loro familiari e dai legali: "Le condizioni strutturali e igienico-sanitarie sono peggiorate drammaticamente, e il centro clinico (SAI) è oggi percepito da molti detenuti come un luogo di abbandono, piuttosto che di cura." - denuncia l'associazione

Proprio l'associazione ha ricevuto una denuncia collettiva firmata da 50 detenuti, depositata in tre diverse Procure. Secondo quanto raccolto, i detenuti descrivono "trattamenti inumani, incuria sanitaria e promiscuità pericolosa"

"Siamo qui oggi perché da giorni i detenuti della 5ª sezione del carcere di Genova Marassi – quella dedicata ai soggetti affetti da gravi patologie – stanno protestando.
È in corso uno sciopero collettivo, con battiture dei blindi, per denunciare l’assoluto degrado dell’area sanitaria interna. La situazione è nota da tempo: sono anni che arrivano segnalazioni e denunce, ma nulla è mai cambiato. La nostra associazione ha già seguito il drammatico caso di Carmine Tolomelli, un detenuto gravemente malato morto qui a Marassi dopo gravi omissioni mediche. Ora non possiamo più tacere. Occorre intervenire con urgenza prima che si verifichino nuove tragedie annunciate. - dichiara Nadia Di Rocco, Presidente 'Quei Bravi Ragazzi Family ONLUS'

"Sono entrata oggi nel carcere di Genova Marassi, dove ho avuto colloquio con un mio assistito. In questa occasione, mi è stata consegnata una lettera collettiva firmata da ben 50 detenuti, con cui denunciano una situazione sanitaria drammatica e profondamente disumana. Il mio assistito, Giovanni Giamborino, è affetto da una grave patologia renale ed è in procinto di iniziare una terapia immunosoppressiva con Rituximab, che comporta un elevatissimo rischio di infezioni. In queste condizioni teme concretamente per la propria vita.
Presenterò una denuncia immediata, allegando la lettera firmata dai detenuti, e chiederò un’ispezione urgente. Vogliamo evitare che si ripetano morti sospette come quella di Carmine Tolomelli, deceduto all’ospedale San Martino dopo gravi omissioni sanitarie dell’area sanitaria di questo carcere." dichiara la vicepresidente della Onlus e avvocato penalista Guendalina Chiesi

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