Liguria, Toti dopo l'incontro con il ministro Schillaci: “Chiediamo maggiore flessibilità per la sanità pubblica”

di Carlotta Nicoletti

Toti: “Chi urla alla privatizzazione della sanità, visti i numeri, dovrebbe farsi un esame di coscienza e chiedere scusa”

Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, a margine del consiglio regionale ha parlato del suo incontro di ieri a Roma con il Ministro della salute Orazio Schillaci: “Un incontro costruttivo, abbiamo cominciato a ragionare sul reparto della sanità, che in questo periodo in conferenza delle regioni comincia a essere tema di discussione. Abbiamo ribadito l’unicità di regione Liguria, trattandosi oggi ufficialmente della regione più vecchia d’Europa con 51 anni di età media e come noto da letteratura scientifica sia di Agenas, Aifa e l’istituto superiore di sanità. L’anzianità della popolazione é il primo moltiplicatore dei bisogni di cure e quindi abbiamo chiesto di tenere conto di questo nel riparto che il Ministero manderà alla conferenza delle regioni, su cui poi comincerà il solito lungo dibattito. Abbiamo poi ragionato su altre situazioni, abbiamo chiesto al Ministro d’intervenire per dare maggiore flessibilità al sistema pubblico della sanità. Servono più risorse e regole che consentano di spendere correttamente quelle risorse, di rendere il sistema più libero, più competitivo e meno appiattito, meno sindacalizzato. E da questo punto di vista, la norma che Regione Liguria ha fatto come prima regione in Italia, che consente ai medici pubblici di lavorare anche in modo straordinario nelle strutture private accreditate o le norme che vorremmo proporre sugli accreditamenti provvisori per autocertificazione per le strutture private, in modo da aumentare l’offerta sono tutti spunti che abbiamo lasciato al Ministro che abbiamo trovato ben consapevole del problema che è europeo. Abbiamo anche rivendicato il grande ruolo svolto da Regione Liguria, ossia che al di là delle menzogne che l’opposizione espande per propaganda o ignoranza pura del fenomeno, visto il poco impegno che ci mettono, è una regione che è tra le prime 6 nei livello di assistenza ospedaliera e territoriale. C’è  da lavorare ancora sulla prevenzione però, anche se i dati non sono stati ancora registrati del tutto, ma cresceremo anche su quello. Sui livelli essenziali di assistenza ospedaliera siamo la regione che è cresciuta di più in Italia. Nel Nord Italia, siamo superiori al Piemonte e Valle D’Aosta per qualità di assistenza fornita ai cittadini. Quindi tra mille difficoltà credo si vada nella giusta direzione, lo dimostrano le 1.500 assunzioni dell’anno scorso e il fatto che Regione Liguria sia la terza in Italia per numero di medici per cittadini e numero d’infermieri per cittadini e credo questo vada riconosciuto”.

 

Per quanto riguardo il disavanzo della sanità il presidente Toti ha detto: “Stiamo lavorando con tutti i direttori, il disavanzo della sanità c’è ogni anno e deriva dai conti delle aziende sanitarie che hanno una loro autonomia e hanno anche un bilancio assai complesso da rendicontare nelle cifre, quindi anche lo scorso anno c’era un disavanzo maggiore che poi si è ridotto. Quello che posso dire è che Regione Liguria, a differenza di quando governava la sinistra, che per due volte é andato in piano di rientro e ha dovuto fare poi una finta vendita a se stessa di immobili per oltre 100 milioni di euro, ha un bilancio solido che ci consente di continuare a investire in sanità come abbiamo fatto, anche di più di quanto ci passa lo Stato e al tempo stesso di continuare il lavoro di allargamento dell’offerta attraverso i bandi di gara che si chiuderanno, per la diagnostica d’immagine già questa settimana e per le specialità chirurgo-mediche in primavera, quindi da questo punto di vista siamo ragionevolmente tranquilli. Il fatto che le aziende abbiano speso molto quest’anno in sanità é il contrario di quello sostenuto dall’opposizione, ossia che Regione Liguria continua ad investire nel sistema pubblico mettendo anche risorse proprie e non solo quelle del fondo sanitario nazionale. Quindi chi urla alla privatizzazione della sanità e soprattutto alla necessità di assumere il nostro mancato impegno di investimenti in sanità, dovrebbe, visti i numeri fare un esame di coscienza e chiedere scusa”.