Liguria: occupazione sale, meno dipendenti e più autonomi. Maestripieri (Cisl): "I Patti funzionano". Calà (Cgil): "Penalizzati i giovani"

di Stefano Rissetto

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Nel 2024 la Liguria ha registrato un lieve aumento degli occupati, raggiungendo i 634.000 lavoratori, rispetto ai 633.000 del 2023

Liguria: occupazione sale, meno dipendenti e più autonomi. Maestripieri (Cisl): "I Patti funzionano". Calà (Cgil): "Penalizzati i giovani"

Nel 2024, la Liguria ha registrato un lieve aumento degli occupati, raggiungendo i 634.000 lavoratori, rispetto ai 633.000 dell’anno precedente. Tuttavia, un’analisi più approfondita mostra tendenze contrastanti, soprattutto nel quarto trimestre dell’anno, quando l'occupazione dipendente ha subito una riduzione significativa.

Crescita degli autonomi e declino dei dipendenti  - Il dato che salta subito all’occhio riguarda la crescente prevalenza dei lavoratori autonomi, che sono passati da 154.000 a 166.000 unità. Al contrario, il numero dei lavoratori dipendenti è diminuito, scendendo da 489.000 a 473.000. Questo scenario ha suscitato l’intervento di Luca Maestripieri (a sinistra nella foto) segretario regionale della Cisl Liguria, che ha invitato a interpretare con cautela questi numeri, sottolineando le difficoltà che ancora affliggono il mercato del lavoro ligure. Nonostante l'incremento complessivo dell'occupazione, infatti, il tasso di occupazione in Liguria è calato al 67,3%, un dato inferiore rispetto al 68,3% di dieci anni fa, e posiziona la regione in fondo alla classifica tra quelle del Nord Italia.

Settori a rischio e segnali di controtendenza - In controtendenza rispetto alla generale diminuzione dei dipendenti, alcuni settori come il commercio, gli alberghi e la ristorazione hanno visto un aumento di occupati dipendenti. Nel 2024, infatti, i lavoratori dipendenti in questi settori sono aumentati da 92.000 a 101.000, mentre i lavoratori autonomi sono scesi da 53.000 a 45.000. Maestripieri aggiunge che "i Patti per il lavoro, che, come sindacati, abbiamo fortemente voluto e che sono stati sottoscritti con la Regione, confermano l'importanza della strada intrapresa. I risultati stanno cominciando a vedersi, a dimostrazione di quanto sia cruciale il dialogo tra il mondo del lavoro, le imprese e le istituzioni per creare strumenti concreti che favoriscano un'occupazione di qualità".

Le preoccupazioni della CGIL: il lavoro precario cresce e penalizza i giovani  - Nel frattempo, le analisi fornite dalla CGIL Liguria presentano un quadro preoccupante, in particolare per quanto riguarda i giovani e l’occupazione part-time. Maurizio Calà (a destra nella foto) segretario generale della CGIL Liguria, ha commentato negativamente i dati Istat, mettendo in evidenza come la Liguria sia ancora una regione "campione" nel lavoro part-time, un fenomeno che continua a penalizzare i giovani, con un evidente arretramento dei settori produttivi più avanzati e tecnologici, come l’industria. "Continuiamo ad essere campioni nel lavoro part time e a scoraggiare i nostri giovani. Dietro alla stagnazione dell’economia ligure si nasconde un appiattimento dei livelli occupazionali con un arretramento dei settori a più alto contenuto tecnologico e produttivo come l’industria”. In particolare, i dati Istat evidenziano una crescita dell'occupazione part-time in Liguria, che è passata dal 21,2% al 21,5%, a fronte di un calo di questa percentuale nel Nord-Ovest e a livello nazionale. Inoltre, la Liguria ha visto un aumento del tasso di inattività, che è salito dal 28,1% al 28,8%, segno di una crescente disoccupazione tra i giovani e di un allontanamento dal mercato del lavoro.

Il caso dei NEET e l'emergenza giovani  - Un altro dato preoccupante riguarda l’incremento del numero dei NEET (Not in Education, Employment, or Training) nella fascia di età 15-29 anni. In Liguria, questa percentuale è aumentata dal 11,3% al 12,4%, mentre nel Nord-Ovest e a livello nazionale il dato è in calo. Questi numeri evidenziano una crescente difficoltà per i giovani liguri ad entrare nel mondo del lavoro, con conseguenze dirette sulle future prospettive occupazionali della regione.  Il futuro della Liguria: necessità di un cambiamento  Calà conclude sottolineando la necessità di un’Europa più forte, che investa in ricerca e sviluppo piuttosto che in armamenti, e di un governo che sostenga il lavoro di qualità anziché incentivare la precarietà. È urgente un’azione concreta a livello regionale, che preveda un coinvolgimento delle parti sociali per affrontare i punti di debolezza del mercato del lavoro ligure.

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