Liguria, Distretti del cibo istituiti per legge, Alessandro e Alessio Piana: "Passo avanti per valorizzare prodotti del territorio"
di Stefano Rissetto
Obiettivo un sistema che unisca i settori agricolo, artigianale e turistico in un ciclo virtuoso di crescita
La Liguria introduce i Distretti del Cibo nella normativa regionale, puntando a potenziare il suo sviluppo rurale, sostenere la biodiversità e promuovere le eccellenze agroalimentari. L’emendamento al DDL n. 16/2024, che modifica la legge regionale n. 13 del 2007, rappresenta un’opportunità significativa per la Liguria e le sue comunità locali.
Nuove opportunità – “L’introduzione dei Distretti del Cibo è un passo importante per rafforzare la tutela della biodiversità e promuovere lo sviluppo delle aree rurali”, afferma Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura. Grazie a questo emendamento, la Regione si impegna a identificare i Distretti del Cibo liguri e a registrarli nel Registro Nazionale presso il Ministero dell’Agricoltura, consentendo l'accesso a risorse e progettualità specifiche. Un’opportunità preziosa, secondo Piana, per “sostenere le comunità locali, ridurre gli sprechi alimentari e preservare il paesaggio rurale, pilastro della nostra identità”.
Sviluppo territoriale – L’introduzione dei Distretti del Cibo non si limita alla protezione del territorio, ma mira a un nuovo modello economico che combini tradizione e innovazione. “L’obiettivo è valorizzare al meglio le peculiarità del nostro territorio, creando un sistema che unisca il settore agricolo, artigianale e turistico in un ciclo virtuoso di crescita”, continua il vice presidente. Le azioni previste dalla legge potrebbero coinvolgere un ampio numero di attori locali, dando così nuovo impulso all’economia regionale.
Un esempio concreto – Alessio Piana, consigliere delegato allo Sviluppo economico, sottolinea come questo provvedimento possa stimolare nuove iniziative. “Fino ad oggi in Liguria esisteva solo il Distretto del Biologico, ma con la nuova normativa sarà possibile creare distretti specifici per altri settori, come quello agroalimentare”, spiega. Un esempio concreto potrebbe essere il distretto del cibo genovese, incentrato sulla valorizzazione del pesto, del basilico, dei vini, della focaccia e di altre prelibatezze locali. “Questo tipo di strumento ci consentirà di accedere a risorse nazionali per la promozione e lo sviluppo delle eccellenze enogastronomiche liguri”, conclude Piana.
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