"Le nuvole" viaggiano da 35 anni: lo storico album del 1990 di Fabrizio de André emoziona e fa pensare ancora

di Stefano Rissetto

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Il video di Mégu megún”venne girato a Sestri Levante, nella Baia del Silenzio, con Claudio Bisio protagonista e Gabriele Salvatores regista

"Le nuvole" viaggiano da 35 anni: lo storico album del 1990 di Fabrizio de André emoziona e fa pensare ancora

Il 24 settembre 1990 usciva Le nuvole, uno degli album più importanti di Fabrizio de André. L'artista genovese era alla penultima tappa del suo cammino artistico e quel disco scandiva anche il suo cinquantesimo compleanno. Con autoironia baistrocchina sarebbe andato nella tournée relativa ad aprire i concerti indossando un impeccabile frack, per eseguire Ottocento, un brano che si apre nel segno dell'opera buffa e chiudeva con un inopinato jodel. Le nuvole seguiva di sei anni Creuza de ma, equivocamente diventato l'opera capitale di una discografia invece sfaccettata e complessa, e quindi c'era molta aspettativa. De André non deluse naturalmente i suoi estimatori, regalando un disco che aveva una curiosa copertina olografica.

Scritto insieme a Mauro Pagani, Le nuvole è un disco diviso in due anime: la prima, in italiano, è una critica tagliente alla società e alla politica dell’epoca, cioè di oggi; la seconda, in lingue locali (genovese, gallurese e napoletano), è un omaggio alle radici, alle lingue minoritarie, ai racconti popolari che resistono all’omologazione.

Brani come “Don Raffaè”, con la sua ironia amara sulla camorra e lo Stato, “La domenica delle salme”, che fotografa il vuoto politico post-caduta del Muro di Berlino, o “Mégu megún” (con videoclip girato a Sestri Levante, nella Baia del Silenzio, con Claudio Bisio protagonista e Gabriele Salvatores regista) e “’Â çímma”, affreschi di un'umanità marginale e autentica, fanno di Le nuvole un album che andrebbe rivalutato, 'schiacciato' com'è tra Creuza e il passo di addio di Anime salve, datato 1996.

Il titolo, ispirato all’omonima commedia di Aristofane, rimanda alle “nuvole” che offuscano la coscienza collettiva: simboli di poteri lontani, mutevoli, inafferrabili. Ma anche metafora del pensiero critico, dell’intuizione, della fantasia. A 35 anni dalla sua uscita, Le nuvole rimane uno dei lavori più visionari di De André, che oggi avrebbe 85 anni e chissà come leggerebbe il presente complicato che ci attanaglia. Proprio ieri Gino Paoli di anni ne ha compiuti 91, i due non hanno mai lavorato insieme se non al Corriere Mercantile. Già: non tutti sanno che l'ultima versione della testata del quotidiano scomparso dieci anni fa era stata disegnata da Paoli, ai tempi in cui l'autore del Cielo in una stanza si barcamenava come grafico pubblicitario; mentre de André era stato inviato del Mercantile al Festival di Sanremo, come critico musicale. proprio in quel 1968 oggi ricordato per ben altri eventi.

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