La storia del grande allenatore di calcio Arpad Weisz diventa uno spettacolo

di Claudio Cabona

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Sabato alle 21,al Teatro Garage  torna lo spettacolo "3-4-3 destinazione Auschwitz"

La storia del grande allenatore di calcio Arpad Weisz diventa uno spettacolo
Sabato 30 marzo, alle ore 21, al Teatro Garage  (via Paggi 43 b, 010 511447, e-mail;  biglietti: intero 12, ridotto € 9.), torna in scena lo spettacolo 3-4-3 destinazione Auschwitz di Lorenzo Costa, sulla vita del giocatore e in seguito allenatore di calcio ungherese Arpad Weisz. Lo spettacolo, che replica domenica 31 marzo alle ore 17, ha ottenuto il patrocinio di Regione Liguria. Genova -Di nuovo in scena dopo il grande successo del debutto di gennaio, lo spettacolo con Lorenzo Costa e Federica Ruggero narra la storia di Arpad Weisz, allenatore ungherese di origine ebraica, considerato da molti uno dei più grandi tecnici della storia del calcio italiano. Negli anni 30, appena 34enne, vinse lo scudetto con l’Inter, allora denominata Ambrosiana per ragioni politiche, e divenne l’allenatore più giovane a vincere il campionato italiano. Genova -In seguito allenò il Bologna, squadra in cui vinse altri due scudetti. Osannato e quasi venerato fino al 1938, anno dell’emanazione delle leggi razziali, fu costretto ad abbandonare l’Italia, il suo mestiere e la sua vita e fu deportato ad Auschwitz, dove morì. Per anni dimenticato a causa del suo triste epilogo, il suo nome viene riportato alla luce nel 2007 dal giornalista sportivo Matteo Marani nel romanzo “Dallo scudetto ad Auschwitz: vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo”. Proprio alla sua passione e alla sua dedizione di calciatore e allenatore, ma prima di tutto di uomo, è dedicato “3-4-3 destinazione Auschwitz”,uno spettacolo rivolto agli amanti dello sport e del calcio, quello di una volta. La straordinaria storia di un uomo nato in un luogo sbagliato nel momento sbagliato e di un allenatore che cambiò per sempre il modo di giocare a calcio. «Sullo sfondo delle leggi razziali e dell’Olocausto,portiamo in scena la storia di un uomo prima ancora che di un allenatore – spiega l’attrice Federica Ruggero – Uno spettacolo sui valori dello sport, del calcio, ma soprattutto sui valori della vita». Nello spettacolo, proprio come si fa con un pallone in una partita di calcio, Lorenzo Costa e Federica Ruggero si passano la parola e rivivono la sua storia, il suo modo di scendere in campo, che trovava nel modulo calcistico 3-4-3 la sua massima espressione, e di affrontare la vita, soffermandosi su tanti episodi legati al mondo del calcio e sulla relazione tra il regime totalitario italiano e lo sport. Sullo sfondo, le maglie d’epoca originali di Inter e Bologna a testimoniare una storia per troppo tempo taciuta e dimenticata.