La scommessa di Leitner, Pilotti: "Impianti a fune, il futuro del trasporto urbano"
di Marco Innocenti
Nel 2021 l'azienda di Vipiteno completerà due importanti cabinovie a Città del Messico e una a Tolosa in Francia
Leitner, azienda leader di mercato in un settore che, in questi mesi di pandemia, è sotto i riflettori per la chiusura degli impianti sciistici, ha da tempo sviluppato però anche un importante esperienza in una tipologia di trasporto urbano poco conosciuta in Italia come quella degli impianti a fune. "La nostra azienda investe circa il 4% del proprio fatturato annuo in innovazione tecnologica - spiega Giorgio Pilotti, direttore commerciale Leitner Italia - proprio perché crediamo che la nostra tecnologia possa avere un senso anche in un futuro soltanto se rimaremmo al passo, soltanto se riusciremo a dare un prodotto all’altezza delle aspettative dei nostri clienti. Il collegamento Zermatt-Cervinia è uno dei fiori all’occhiello della nostra azienda proprio perché quando, completeremo questo collegamento, sarà possibile viaggiare anche senza sci. Anche i pedoni potranno spostarsi tra l’Italia e la Svizzera grazie ai nostri impianti".
"Noi investiamo molto anche per adattare quello che è il nostro prodotto base, che è nato sostanzialmente sulle piste da sci, all'utilizzo in ambiente urbano perché riteniamo che un grande potenziale di sviluppo futuro per i nostri impianti sia proprio nell'alleviare quelle che sono le difficoltà, quelli che sono i problemi del traffico all’interno delle grandi metropoli. In quest’ottica, abbiamo giò diversi progetti in fase di realizzazione, oltre a progetti già realizzati e progetti su cui stiamo lavorando. Sicuramente nel 2021 vorremmo completare le due grandi cabinovie di Città del Messico, che fanno parte di un progetto nato già nel 2016. Un altro progetto a cui teniamo molto è quello di Tolosa, dove andremmo a realizzare quest’anno un impianto a fune di tecnologia particolarmente avanzata, che possiamo definire come il vero primo impianto a fune in campo urbano a livello europeo".
"In tante parti del mondo - aggiunge Pilotti - l’impianto a fune viene già accettato come un'alternativa ai sistemi classici in campo urbano, mentre in Europa manca forse ancora un po' la cultura, ci stiamo lavorando anche in questo campo proprio perché riteniamo che l’impianto fune sia l’effettiva soluzione ai problemi delle grandi metropoli. C’è un problema di tipo urbanistico, oltre al fatto che ovviamente le città Europe, e quelle italiane in particolare, hanno una cultura e una storia che spesso non può essere paragonata a città nate molto dopo, magari in paesi che si sono sviluppati più tardi. E' quanto vediamo in Asia, in Africa o in Sud America per cui ci sono dei problemi infrastrutturali decisamente diversi. C'è poi una differenza di cultura del trasporto, nel senso che in Europa prendere la cabinovia, prendere l’impianto fune è ancora qualcosa di legato alla pista da sci, all'uso di uno skipass e non ancora all'andare a fare la spesa, all'andare in ufficio o a portare i bambini a scuola. Una cosa su cui stiamo lavorando perché siamo convinti che possa essere una valida alternativa".
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