La protesta del settore delle mense a Genova: "Temiamo una strage di licenziamenti"

di Redazione

La preoccupazione dei lavoratori di fronte alla Prefettura: "Lo smart working sta distruggendo il settore"

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Ancora una protesta dei lavoratori della ristorazione collettiva che si sono riuniti in presidio sotto la Prefettura, un assaggio rispetto alla manifestazione che si terrà martedì mattina in piazza De Ferrari nell'ambito di una mobilitazione nazionale per chiedere una revisione degli ammortizzatori sociali e un loro prolungamento. A protestare sono i lavoratori delle mense scolastiche ma anche coloro che forniscono pasti per grandi aziende, attività questa che per effetto del coronavirus non è più ripartita. Con bandiere, striscioni, fischietti e picchiando su pentole e coperchi hanno rumoreggiato davanti alla prefettura. Se per le scuole si attende la ripresa a settembre, l'attività di ristorazione aziendale resta al momento praticamente azzerata a causa dello smart working.

Questa mattina una delegazione di lavoratori insieme alla Filcams Cgil ha consegnato al Prefetto un documento con le istanze della categoria: "Gli ammortizzatori stanno arrivando ma sono insufficienti - spiega Simona Nieddu della Filcams - a livello nazionale abbiamo chiesto una modifica degli ammortizzatori a partire dalla creazione di un ammortizzatore unico universale perché burocraticamente gestire tanti ammortizzatori diversi è diventato un manicomio. Inoltre crediamo che l'ammortizzatore sociale sarà necessario fino a fine anno. Temiamo una strage di licenziamenti nei prossimi mesi. Purtroppo anche lo smart working delle aziende sta distruggendo il settore".

Per quanto riguarda le mense aziendali la richiesta è quella di "far sì che pur con tutte le tutele i lavoratori rientrino nelle aziende perché abbiamo la gran parte delle mense che stanno morendo" spiega. Su questo tema i lavoratori sperano martedì di poter avere un'interlocuzione con la Regione. In ballo ci sono circa 1500 lavoratori