La lotta di Tiziana Vinci e i messaggi del marito, resta l’ombra della premeditazione

di M.C.

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Il marito si è costituito ai carabinieri dopo l’omicidio, restano i dubbi sul braccialetto elettronico e sulla premeditazione

La lotta di Tiziana Vinci e i messaggi del marito, resta l’ombra della premeditazione

E' colpa dei miei figli: sarebbe questo il succo di una serie di messaggi inviati da Umberto Efeso poco dopo avere ucciso la moglie, Tiziana Vinci, che si trovava al lavoro nella villa dell'imprenditore portuale Alessandro Laghezza. Lo rivela l'edizione spezzina de Il Secolo XIX.

Me l'hanno messa contro - I messaggi, inviati via Whatsapp a un amico, al datore di lavoro della donna e al fidanzato di una figlia, avrebbero tutti lo stesso scopo: chiedere scusa ma, soprattutto, scaricare su altri le responsabilità di un delitto efferato, aggravato dal fatto di essere stato commesso nei confronti della moglie. 

La premeditazione - L'unica cosa sensata che Efeso è riuscito a fare in quella maledetta mattina è stata il costituirsi spontaneamente ai carabinieri di Ceparana: li ha raggiunti con la sua auto, ha consegnato diversi oggetti ritenuti utili dai militari e ha consentito senza inutili perdite di tempo al ritrovamento del coltello con cui aveva freddato la donna. Ma questa piccola attenuante, che quando Efeso sarà giudicato sarà tenuta in conto, potrebbe non bastare a evitare all'uomo la più grave delle conseguenze, il massimo della pena. Secondo gli inquirenti, infatti, l'uomo avrebbe premeditato il delitto: non avrebbe agito al culmine di una lite ma sarebbe entrato nella villa con il coltello in mano con il preciso intento di uccidere Tiziana: saranno gli avvocati difensori dell'uomo a cercare di smontare questa ulteriore accusa. 

La lotta di Tiziana - Intanto emerge un ulteriore dettaglio, Tiziana non sarebbe morta subito: la donna, soccorsa dal personale del 118, chiamato da una collega che aveva assistito coi suoi occhi alla terribile scena, avrebbe lottato per diversi minuti prima che i medici fossero costretti a constatarne il decesso.

Il braccialetto elettronico - Altro aspetto che sarà attentamente valutato nel corso delle indagini è il perché il braccialetto elettronico, che Efeso già aveva alla caviglia proprio a seguito delle denunce della moglie, non abbia funzionato. A quanto emerge la donna non avrebbe avuto con sé il terminale che, se troppo vicino al braccialetto dell'uomo, avrebbe allertato le forze dell'ordine: perché Tiziana lo aveva dimenticato? Potrebbe trattarsi di un banale ma fatale errore, anche se la donna nei giorni precedenti aveva segnalato che l'apparecchio era mal funzionante: forse, pensando che non gli fosse utile, lo ha lasciato a casa. Anche questo dettaglio andrà chiarito. 

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