L'occupazione in Liguria cresce oltre la media nazionale: +15.083 lavoratori nel 2021

di Marco Innocenti

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Gli occupati, sia fra gli uomini che fra le donne, salgono al 63,5%. Trainanti i settori dell'agricoltura e della manifattura

L'occupazione in Liguria cresce oltre la media nazionale: +15.083 lavoratori nel 2021

Sale di oltre 15mila unità (+2,6%) l’occupazione in Liguria, passando dalle 579.517 unita del 2020 alle 594.600 unita del 2021: una crescita superiore a quella italiana (+0,8%, +168.698 unita) e a quella del Nord Ovest (+0,8%, +51.232 unita). II tasso di occupazione ligure sale in un anno dal 61,5% al 63,5% e riguarda sia gli uomini sia le donne. Cresce in modo consistente l’occupazione giovanile. Trainano i settori dell’agricoltura e del manifatturiero. È quanto emerge dai dati di media annuale diffusi dall'Istat elaborati dall'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro in Liguria.

Questi dati confermano la capacità di resilienza della nostra regione – afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - che sta dimostrando di saper superare le difficoltà legate ai due anni durissimi di pandemia con un percorso significativo di recupero del mercato del lavoro. Nel nord ovest ma anche a livello nazionale, la nostra è la regione in cui più di altre sono evidenti i segnali positivi: questo ci rafforza nel lavoro che stiamo portando avanti per sostenere la ripresa, sapendo di avere di fronte un periodo di sviluppo senza precedenti, grazie anche alla mole di risorse, europee e nazionali, che arriveranno in Liguria, in particolare per rafforzare la nostra sanità territoriale, per realizzare infrastrutture attese da anni, per trasformare il territorio grazie ai progetti di rigenerazione urbana. Tutto questo – conclude il governatore - genererà occupazione di qualità, grazie anche agli investimenti sulla formazione”.

Secondo i dati dell’osservatorio, cresce l’occupazione sia degli uomini (+2,8%; +9.040 unita) sia delle donne (+2,3%, +6.043 unita); aumenta solo il lavoro alle dipendenze (+4,7%, +20.056 unita), mentre quello indipendente fa segnare un -3,2% (-4.973 unita); l'occupazione cresce in tutti i settori e in particolar modo in agricoltura (+13,7%, +1.712 unita) e nel manifatturiero (+5,2%, +4.023 unita). Nei servizi l'occupazione sale dell'1,9% (+8.747 unita), ma diminuisce dello 0,3% nel commercio, alberghi e ristoranti (-398 unita) per effetto della flessione dell'occupazione indipendente (-13,5%, -7.155 unita), mentre i lavoratori dipendenti del comparto crescono dell'8,9% (+6.756 unita). Lieve calo degli occupati solo nella fascia di età 50-64 anni (-0,3%, -713 unita).

Gli incrementi più consistenti – aggiunge l’assessore alle Politiche del Lavoro Gianni Berrino - riguardano l'occupazione giovanile: +21,4% tra i 15-24 anni (+3.991 unita) e +7,9% tra i 25-34 anni (+6.925 unita). E aumenta del 10,9% l'occupazione a tempo indeterminato (+6.615 unita), con un incremento del 17,9% per gli uomini, e del 3,7% quella a tempo determinato. Si tratta di dati assolutamente positivi e incoraggianti anche per il 2022: sono convinto che gli strumenti che abbiamo messo in campo, ad esempio con il Patto per il lavoro nel turismo o l’accordo con le parti sociali per l’occupazione di qualità negli appalti pubblici, potranno sostenere questo andamento positivo anche nell’attuale fase di ripresa post pandemica”.

Salgono gli occupati con basso titolo di studio (+5,1%, +7.454 unita) e con i diplomi di scuola superiore (+3,5%, +9.856 unita), ma diminuiscono i laureati (-1,5%, -2.228 unita); crescono del 5,8% gli occupati full time (+19.556 unita) e del +0,6% i part time (+501 unita). Per quanto riguarda i dati sulla disoccupazione, in Liguria i disoccupati salgono di 578 unità (+1,1%) passando dalle 53.328 unita del 2020 alle 53.906 unita del 2021: una crescita più contenuta, sia rispetto alla media italiana (+2,9%, +65.920 unita), sia rispetto al dato del Nord Ovest (+7,2%, +31.177 unita).

L'aumento della disoccupazione, contestualmente ad una crescita dell'occupazione – conclude l’assessore Berrino - riteniamo sia in parte e da imputarsi alla maggior fiducia in un miglioramento della situazione economica, che può avere spinto anche soggetti distanti dal mercato del lavoro a impegnarsi in azioni di ricerca attiva di un'occupazione”.