Toti e la Lega separati in casa: in attesa di divorzio?
di Antonella Ginocchio
Divisi sulla App Immuni e nel voto in Consiglio sul garante per i detenuti: due volte nella medesima giornata
“App immuni. No grazie”. Lo scrive Sonia Viale, assessore alla sanità e vicepresidente della Regione Liguria nella sua pagina Facebook, che rimarca: “Per quanto mi riguarda i liguri non saranno le cavie di un governo che improvvisa anche sull'App immuni. Perché non inizia la sperimentazione la regione Lazio che ha come suo Presidente il segretario del PD?”
A fare da contraltare una nota ufficiale della Regione, corredata dalle dichiarazioni finali del governatore Toti. Si legge nella nota che “Alla richiesta del Ministro degli Affari Regionali circa la possibilità che la Liguria sia tra le Regioni capofila della sperimentazione del App Immuni, la Presidenza della Regione ha manifestato una disponibilità, ove vi siano le condizioni, ancora tutte da appurare”.
Viale sul suo post: “Se poi anche il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini in pratica ha bocciato l’app immuni presentata ieri dal Governo alle Regioni dicendo che fa fatica a capire cosa è e cosa sarà... ci sarà un motivo. Il Governo è corso ai ripari tentando di sbolognare il progetto ad alcune Regioni tra cui la Regione Liguria con una sperimentazione che dovrebbe partire il lunedì o martedí quando ancora non ci sono pareri definitivi e con una serie di quesiti non risolti sollevati addirittura dal COPASIR , comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e senza aver informato i medici di medicina generale che saranno protagonisti e coinvolto gli uffici di prevenzione che dovranno sovrapporre il lavoro dell’app immuni a quello già svolto. E ancora: “I liguri saranno le cavie del Governo PD Cinque Stelle ? No grazie”.
Nella nota della Regione si legge invece che “ Si tratterebbe di un riconoscimento della qualità del sistema sanitario ed informatico ligure, evidenziata anche dal viceministro della Salute Pierpaolo Silieri nella sua visita di ieri”, seppur si dice che di fatto necessitano ulteriori approfondimenti.
Al termine della nota arriva la dichiarazione ufficiale del presidente: “Ogni altra considerazione fa parte del legittimo dibattito politico – scrive Toti - ma prego tutti di non anteporre, ancor prima di approfondire i fatti, gli interessi e le posizioni di partito agli interessi istituzionali di una comunità. Fermo restando la possibilità per tutti, compresi gli esponenti politici, di non scaricare l’applicazione, che, come è naturale in uno Stato di Diritto, resta su base assolutamente volontaria”, conclude”. E qui il richiamo alla Viale appare chiaro, o no?
La divisone è apparsa ancora più netta e “certificata” dal voto in Consiglio sulla proposta di legge che istituisce il garante per i detenuti. La proposta, siglata dal centrosinistra, è stata approvata anche dalle forze di centrodestra, inclusi i totiani, con l’esclusione della Lega.
“Il nostro Paese ha cassetti pieni di diritti, ma bisogna anche fare. - interviene il consigliere della Lega Paolo Ardenti, uno dei più stretti collaboratori dell’assessore Viale - Il carcere in cui si trovano i detenuti oggi probabilmente sarà lo stesso in cui si troveranno fra dieci anni, del carcere nuovo di Savona se ne parla da vent'anni, sono quarant'anni che non si fa". Di contro, il capogruppo di Cambiamo!, Angelo Vaccarezza ha affermato: "In carcere bisogna andarci, lì dentro deve esserci il diritto, chi garantisce i diritti non sbaglia mai". Due posizioni non proprio coincidenti. Per la seconda volta Toti e la Lega si trovano su fronti opposti.
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