L'allarme dei ristoratori: "Vogliamo riaprire ma dateci una risposta: quali saranno i protocolli?"
di Marco Innocenti
Così Alessia Bianchi, titolare del ristorante "La Buca di San Matteo" nel centro di Genova
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In attesa di sapere quando ma soprattutto come si dovrà riaprire. E’ questa la preoccupazione di tanti, troppi esercenti che in queste ore stanno lavorando senza sosta per farsi trovare pronti, senza però sapere ancora quali saranno i protocolli di sicurezza, per clienti e dipendenti.
“Ufficialmente non abbiamo una data - ci spiega Alessia Bianchi, titolare del ristorante "La Buca di San Matteo" nel centro storico - ufficiosamente dicono il 18 ma la cosa tragica è che mancano le disposizioni igienico-sanitarie da seguire. Stiamo igienizzando e cercando di capire come organizzarci con i separè in plexiglass ma l’unica cosa certa è che, se davvero dovremo adottare i due metri di distanza fra i clienti, perderemo un sacco di posti. Noi prima dell’emergenza eravamo abituati a fare un centinaio di coperti a pranzo e nel weekend. Con i separè in plexiglass, che hanno anche un costo non basto, arriveremmo a 32 coperti totali. Poi tavoli rotondi in cui ci stavano 6 persone, a volte anche 7, adesso al massimo ce ne potremmo mettere 4. I tavoli nei corridoi sono di passaggio e non sappiamo ancora se potremo usarli. Sono 3 mesi che non lavoriamo e non incassiamo e quindi non abbiamo nemmeno tanti soldi per fare questi lavori”.
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