Incidente mortale al porto di Genova, nuova perizia per chiarire la dinamica

La morte di Giovanni Battista Macciò, l’operatore portuale travolto da una ralla lo scorso dicembre nel terminal Psa di Prà, resta avvolta da incertezze. Per chiarire ogni aspetto della tragedia, la Procura di Genova ha disposto un nuovo accertamento tecnico e ha notificato l’avviso dell’incarico agli otto indagati.

Consulenza tecnica – La magistratura ha affidato la ricostruzione dinamica dell’incidente all’ingegnere Filippo Begani, mentre l’anatomopatologa Francesca Fossati dovrà esaminare lo stato psico-fisico del conducente della ralla, Patrizio Randazzo. Il nuovo atto istruttorio punta a colmare le lacune emerse nelle prime fasi dell’indagine.

Responsabilità – Tra gli indagati figurano, oltre a Randazzo, anche Antonio Benvenuti, console della Compagnia unica lavoratori merci varie, e diversi rappresentanti del terminal Vte-Psa di Voltri. Le rispettive difese legali sono già state attivate.

Cannabis e farmaci – Randazzo è risultato positivo alla cannabis, anche se le analisi non lo hanno indicato come “alterato” al momento del fatto. Lo stesso autista ha riferito di aver fumato “una canna il giorno prima per addormentarsi” e di assumere un farmaco per difficoltà respiratorie sviluppate durante la pandemia. Secondo la sua versione, la combinazione tra cure, affaticamento e turni pesanti potrebbe aver influito sul suo stato fisico.

Possibili depistaggi – Un elemento su cui stanno lavorando anche gli ispettori dell’Asl3 riguarda un tentativo di copertura. Subito dopo l’incidente, infatti, un collega avrebbe dichiarato agli inquirenti di essere stato lui alla guida del mezzo, versione poi smentita dalle verifiche. L’episodio ha alimentato i sospetti su possibili manovre per ostacolare le indagini.

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