Inaugurazione dell’anno giudiziario a Genova, magistrati in protesta contro la riforma delle carriere

di Matteo Cantile

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Cerimonie solenni in tutta Italia con dibattiti sull’amministrazione della giustizia e contestazioni contro la separazione delle carriere

Inaugurazione dell’anno giudiziario a Genova, magistrati in protesta contro la riforma delle carriere

Si tiene oggi a Genova, così come in tutta Italia, la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. L’evento, occasione per fare il punto sull’amministrazione della giustizia, vede quest’anno al centro del dibattito le proteste della magistratura contro la riforma costituzionale che mira a introdurre la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

Protesta – La riforma, approvata in prima lettura alla Camera, prevede che i magistrati scelgano all’inizio della carriera se operare come giudici o pubblici ministeri, senza possibilità di cambiare ruolo. A ciò si aggiunge la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura separati: uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.

Alta Corte – Le funzioni disciplinari saranno attribuite a un nuovo organismo, l’Alta Corte Disciplinare, composta da accademici, avvocati e magistrati con almeno vent’anni di esperienza. Questo cambio di assetto mira, secondo i promotori, a garantire maggiore indipendenza e imparzialità, ma ha suscitato critiche all’interno della magistratura che teme di perdere la propria indipendenza. 

Critiche – I detrattori temono che la riforma possa indebolire l’autonomia della magistratura, esponendo soprattutto i pubblici ministeri a influenze politiche. In particolare, viene contestata la perdita dell’unitarietà dell’ordine giudiziario, considerata un pilastro della giustizia italiana.

Iter legislativo – Essendo una modifica costituzionale, la riforma richiede una doppia approvazione parlamentare, con un intervallo minimo di tre mesi tra le votazioni. In assenza di una maggioranza qualificata dei due terzi, potrebbe essere sottoposta a referendum popolare.

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