Il più bel Genoa dell'anno, ma quanti dubbi sui cambi

di Gessi Adamoli

4 min, 10 sec
Il più bel Genoa dell'anno, ma quanti dubbi sui cambi
È il più bel Genoa della stagione quello che non va oltre il pareggio col Parma. Vero però che alla fine molti hanno rimpianto quello di Pisa più cinico e sparagnino. È il solito annoso dilemma tra giochisti e risultatisti, gli giochisti a supporto delle loro tesi dicono che il bilancio va fatto sul lungo periodo e che non vai lontano se non sei propositivo ed hai un'organizzazione di gioco. Intanto però, al momento, la classifica dice che il Genoa è quarto, a pari punti con l'Ascoli, dietro ad un terzetto di testa formato da Reggina, Frosinone e Brescia. Gli addetti ai lavori continuano a considerare Genoa, Cagliari, Parma e Reggina la favorite del campionato, ma suggeriscono anche di prestare grande attenzione al Frosinone.
 
Se col Pisa erano stati novanta minuti di calcio raffazzonato, una sorta di tamburello con la palla che non riusciva ad essere messa a terra, col Parma invece sembrava una partita di serie A. Ma per giocare bene bisogna essere in due e non a caso di fronte si sono trovare di fronte le due squadre con gli organici migliori di tutto il campionato cadetto. La colpa della mancata vittoria se l'è presa presa Frendrup che, dopo il gol del 3 a 3 di Estevez, si è coperto il volto con la maglia. In fondo, però, aveva regalato solo un calcio d'angolo. Poi c'è stata una dormita colossale di una difesa che sui corner marca a zona e soprattutto è stata lentissima ad uscire sull'argentino del Parma. Sino a quel momento Frendrup, gol a parte, era stato, per distacco, il migliore in campo del Genoa, recuperando decine di palle gol ma anche smistandole con insospettata pulizia ed efficacia. Meglio anche di Gudmundsson che, prima dell'inevitabile calo fisico dell'ultimo quarto d'ora, aveva spaziato per il campo e nell'uno contro uno era stato micidiale (vedi calcio di rigore), dei due corazzieri Bani e Dragusin, e di Ekuban, confusionario ma immarcabile. Quanto a Martinez, il portiere spagnolo sta effettivamente diventando un problema perché, oltre a quella sicurezza che sta faticosamente inseguendo, è anche sfigato. Nei primi due gol è stato infatti messo nell'impossibilità di intervenire da due deviazioni.
 
Il Genoa contro il Parma ha dimostrato ritmo, idee, intensità. Sono tutte qualità che ti trasmette l'allenatore e dunque è impossibile mettere Blessin sul banco degli imputati. E' inevitabile però chiedersi se il tecnico di Stoccarda abbia gestito al meglio la straordinaria panchina di cui disponeva.
 
Domanda numero uno: i cambi, soltanto quattro, non sono stati tardivi? Il primo, Portanova per Jagiello al 66', poi Yeboah e Yalcin per Coda ed Ekuban ad un quarto d'ora dalla fine, e infine, nelle ultime battute, Vogliacco per uno stremato Pajac.
 
Domanda numero due: quei cambi sono stati effettivamente azzeccati? Perché se Portanova è entrato subito bene in partita, non altrettanto si può di dire di Yeboah che è parso svogliato e con l'atteggiamento di chi si sente un fenomeno ma è costretto a fare panchina in serie B. Quanto a Yalcin non ha inciso, ma almeno si è impegnato.
 
Domanda numero tre ed è quella più pregnante: ha senso tenere in panchina tutto quel ben di Dio? Il riferimento è ad Aramu, Strootman e Puscas. Per i tifosi genoani erano stati giorni da sogno dopo che a We are Genoa, in diretta dagli studi di Telenord, avevano sentito l'amministratore delegato rossoblù, Andrès Blazquez, raccontare che il ds rossoblù Ottolini quando “ha chiesto a Josh (Wonder ndr) quanto era il budget per finire il mercato, come risposta ha avuto tutto quello che occorre per andare in serie A”. E così sono stati acquistati Aramu, Puscas e Strootman.
 
Aramu, che era arrivato una settimana prima, aveva già fatto tappezzeria a Pisa ed è rimasto per 90 minuti in panchina anche contro il Parma. Puscas e Strootman sono stati convocati ma anche loro sono risultati spettatori non paganti. Dei tre l'unico che ha avuto l'onore quanto meno di scaldarsi è stato l'olandese. Kallon il Verona l'ha subito mandato in campo e l'ex genoano dopo 120 secondi contro l'Empoli aveva già timbrato. In questo Blessin è molto tedesco, nel senso che non dimostra grande elasticità. C'è un gruppo con cui lavora dall'inizio della preparazione e sta agli ultimi arrivati inserirsi gradualmente. Corretto, però è legittimo obiettare che se Aramu avesse dato il cambio ad un Gudmundsson che dopo 70 minuti ad altissima intensità non ne aveva davvero più,e se in avanti al posto di Yeboah fosse entrato Puscas, uno con trenta partite nella nazionale rumena, e se Strootman fosse andato a dirigere il traffico in mezzo al campo probabilmente la gestione del finale della partita col Parma sarebbe stato diverso.
 
Venerdì sera c'è la trasferta di Palermo: squadra ambiziosa ed ambiente caldo. In campo devono andare gli undici più forti.
 
 
Foto: profilo Facebook Genoa Cfc