Il Governo liberalizza semirimorchi lunghi più di 15 metri, dubbi di Trasportunito

di Edoardo Cozza

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Il segretario generale Longo: "Nuove misure che non risolvono i problemi di pesi e dimensioni in ambito comunitario"

Il Governo liberalizza semirimorchi lunghi più di 15 metri, dubbi di Trasportunito

"Alcuni interrogativi sorgono spontanei analizzando il decreto infrastrutture" si apre così il comunicato di Trasportunito che riporta i quesiti di Maurizio Longo, segretario generale dell'associazione. Questi i punti del contendere: "Innanzitutto le nuove misure dei semirimorchi non risolvono, ed anzi complicano, il problema della uniformità dei pesi e delle dimensioni in ambito comunitario; poi non sono stati preventivamente informati gli utenti della strada sulla diffusione dei nuovi semirimorchi e cioè pezzi unici, non articolati, estremamente lunghi perché oltre 15 metri, il cui ingombro totale, con 1,6 metri in più, è pari a 18 metri complessivi con l’aggancio del trattore; infine non è stata fatta una proiezione dei costi che ricadranno sull’autotrasporto, costretto a investire nei nuovi mezzi per restare competitivo, in un momento in cui l’intero settore è sull’orlo del crack, senza contare la svalutazione patrimoniale degli attuali semirimorchi.Non si comprende quali saranno i vantaggi di questa misura, a parte i benefici per i produttori, in quanto registriamo un aumento del numero dei viaggi a vuoto e soprattutto la diminuzione dell’indice della percentuale media di ciascun carico".

Longo evidenzia ancora: “Senza consultare la categoria, il Ministro ha deciso unilateralmente di liberalizzare un tipo di veicolo destinato a produrre difficoltà sul mercato dei servizi di trasporto complicando ulteriormente la sicurezza stradale sulle nostre strade provinciali e comunali, nonché nella stragrande maggioranza delle zone di carico e scarico in cui le dimensioni dei mezzi sono incompatibili”.

Le ripercussioni sul mercato dei servizi di trasporto – conclude Longo – saranno le medesime di quanto avvenuto nel passato (quando si passò dai 12,50 ai 13,60 metri), che produsse zero aumenti delle tariffe, indebitamenti ulteriori per l’acquisto dei nuovi veicoli e la svalutazione o rottamazione per i vecchi semirimorchi, ma all’epoca le condizioni economiche erano meno pressanti e la professionalità dei conducenti era ineccepibile”.