Il Genoa ora sta bene in campo: a Terni snodo importante della maratona chiamata Serie B

di Gessi Adamoli

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Il Genoa ora sta bene in campo: a Terni snodo importante della maratona chiamata Serie B
La partita di sabato allo stadio Libero Liberati di Terni, dove in curva compaiono spesso bandiere della Sampdoria (e non solo quando l'avversario di turno è il Genoa) è sicuramente un passaggio intermedio importante nella maratona della Serie B. Attenzione, però, a caricarla di eccessivi significati. Per il semplice motivo che è ancora tutto da dimostrare che la squadra di Cristiano Lucarelli da splendida rivelazione di un momento, come precedentemente in questo inizio di stagione lo erano state Reggina e Bari, a gioco lungo diventi un reale competitor nella corsa alla promozione. Personalmente, infatti, continuiamo a ritenere che saranno Parma, Cagliari e Frosinone le concorrenti più accreditate a contendere al Grifone uno dei due posti che consentono di tornare in serie A evitando la roulette russa dei rigori. E' acclarato invece che il Genoa ha tutto per puntare alla promozione diretta, così come nelle intenzioni di una società che ha allestito una rosa con almeno 20 giocatori che sarebbero titolari in qualunque altra squadra del campionato cadetto.
 
Cosenza ha confermato che la squadra rossoblù, soprattutto ora che ha trovato un modo di stare in campo più confacente alle caratteristiche dei suoi giocatori, è una superpotenza (il termine corazzata è stato vietato perché ritenuto destabilizzante...). Anche giocando ad handicap ovvero con un uomo in meno per un'ora. Ed è stato proprio il secondo tempo giocato in inferiorità numerica a far emergere in maniera netta il divario tra il Genoa ed il Cosenza e la forza effettiva del Grifone. I calabresi nemmeno una volta sono riusciti ad impensierire Martinez, mentre la squadra di Blessin in almeno due occasioni, con Vogliacco e Yalcin, ha avuto la possibilità di segnare.
 
Al solito, però, è stata fatta una grande fatica sbloccare il risultato. Ormai è un classico, tutte le squadre che affrontano il Genoa rinunciano a fare la partita e si chiudono in difesa. Non ha fatto eccezione ovviamente nemmeno il Cosenza che si è schierato sistematicamente con dieci giocatori sotto la linea della palla. “Hanno messo il pullman davanti alla porta”, non ha potuto fare a meno di osservare a fine gara Blessin che continua ancora ad esprimersi un po' tedesco e un po' in inglese, ma che ha fatto sua questa immagine tipicamente italiana che rende perfettamente l'idea di una squadra che come obiettivo ha solo lo zero a zero. Al Genoa così non restava altro che girare palla cercando uno spazio che era difficile da trovare con tutto quel groviglio di giocatori asserragliati in pochi metri. A sbloccare il risultato ci voleva così un episodio come la palla che è andata a sbattere contro il braccio che, in area di rigore, Rigione teneva colpevolmente aperto e lontano dal corpo. Una volta in vantaggio è diventato tutto più facile, paradossalmente anche in inferiorità numerica per l'assurda espulsione di Bani. Anzi, il fatto di avare l'uomo in più ha illuso il Cosenza che ha lasciato al Genoa spazi invitati che la qualità dei suoi giocatori ha capitalizzato al massimo. Sono così arrivati il gol di Strootman e le occasioni del secondo tempo.
 
A rimettere in partita il Cosenza è stato un rigore folle quanto l'espulsione di Bani. Questa volta l'arbitro Baroni (sezione di Firenze) aveva visto giusto, ma ad indurlo all'errore è stato Fourneau al Var. E non è la prima volta che al Genoa capita, vedi Di Bello lo scorso anno col Napoli a Marassi.
 
Non è caso di soffermarsi troppo sugli arbitri, l'avevamo già commentato in occasione della scadente direzione di gara di Pezzuto contro il Benevento: “Questa è la serie B, benvenuti!”. E la serie B vuole anche dire un'attenzione giornalistica molto più limitata. Così il servizio da Cosenza per la Gazzetta dello Sport è stato affidato al corrispondente che ha bocciato con un 5 in pagella l'arbitro, reo di aver convalidato il gol di Strootman nonostante Gudmundsson fosse davanti al portiere e oltre tutti i difensori calabresi. Peccato che non fosse sulla traiettoria della palla e non impallasse Matosevic.
 
Sabato a Terni il Genoa dovrebbe finalmente trovare un avversario che per celebrare il fresco primato potrebbe accettare di giocarsi la partita a viso aperto. In questa stagione è successo solo contro il Parma a Marassi e ne è venuto fuori un pirotecnico 3 a 3.
 
Qualcuno dopo Cosenza ha parlato di “rivincita di Blessin”. E' curioso notare che ci sia chi una normale dialettica tecnico-tattica, che poi è il sale del calcio, voglia a tutti i costi trasformarla in polemica. Non c'è tifoso genoano che non riconosca a Blessin i meriti per come ha gestito il difficilissimo finale della scorsa stagione o per la gestione perfetta della partita di Cosenza (questa volta anche i cambi si sono rivelati azzeccatissimi). Certo stupiva quello strano modulo (4-2-2-2) e vedere in panchina Strootman e Aramu, che solo giocando potevano entrare in condizione per poi fare la differenza come ci si aspetta da due giocatori con le loro qualità. Ma tutto questo ormai appartiene al passato.