“La comunicazione fatta oggi da Industria Italiana Autobus di trasferimento collettivo dei lavoratori di Bologna a Flumeri a fare data dal 16 settembre di fatto sancisce la cessazione dell’attività produttiva nella fabbrica emiliana e quindi rappresenta un atto gravissimo che va contro tutti gli impegni pubblicamente assunti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Mimit ci aveva dato una serie di rassicurazione al momento del passaggio di IIA all’imprenditore Civitillo, che oggi vengono clamorosamente disattese”.
Lo hanno scritto in una nota datata 2 agosto, Fim Fiom Uilm Fismic UglM.
“Il Mimit e Invitalia sono dunque responsabili di tutto questo e dovranno portare Civitillo a ritirare la comunicazione di trasferimento facendo valere il diritto di veto che Invitalia aveva dichiarato di poter agire in determinate condizioni.
Fin da oggi è dichiarato lo stato di agitazione in entrambi gli stabilimenti, a Bologna si sta già scioperando e nei prossimi giorni verranno proclamate ulteriori iniziative di lotta.
Chiediamo – conclude la nota – l’immediata convocazione di un tavolo istituzionale con la presenza del Ministro Urso.
Le perplessità che le organizzazioni sindacali avevano sempre espresso rispetto la scelta compiuta dal Governo, purtroppo, si sono subito concretizzate. Ancora una volta ciò che il Mimit dichiara un giorno viene incredibilmente smentito poche settimane dopo”.
Una successiva nota informa che “Contro la comunicazione di IIA di trasferimento coatto dei lavoratori da Bologna a Flumeri, a causa della chiusura della storica fabbrica emiliana, le organizzazioni sindacati, insieme ai lavoratori dei due stabilimenti hanno messo in piedi una reazione forte, proclamando immediatamente sciopero. La conseguenza è stata il formale ritiro della procedura di trasferimento”.
“Il risultato è importantissimo e manda un segnale molto forte alla proprietà e anche al Governo: IIA non deve chiudere nessuna fabbrica né ad Avellino né a Bologna. I due stabilimenti dovranno continuare a lavorare entrambi.
La convocazione al Mimit è comunque più che mai necessaria perché il Governo deve essere garante di un piano industriale di sviluppo e di salvaguardia. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori non permetteranno altre soluzioni”.