Grandi opere in Liguria ferme al palo, la Cgil lancia l’allarme: “Così si perde occupazione”
di R.S.
Di Franco (Fillea Cgil): "Nessuna delle grandi opere previste sta esprimendo la sua piena potenzialità in termini occupazionali e di avanzamento lavori"
Cantieri in ritardo, opere strategiche ancora ferme e centinaia di lavoratori a rischio trasferimento o inattività. È la fotografia preoccupante scattata dalla Fillea Cgil Liguria, che lancia un nuovo allarme sui ritardi accumulati dalle grandi infrastrutture in costruzione nella regione.
A intervenire è Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea Cgil, nel corso di un incontro con i delegati del settore edile riuniti alla Camera del Lavoro di Genova: "Nessuna delle grandi opere previste in Liguria sta esprimendo la sua piena potenzialità in termini occupazionali e di avanzamento lavori», ha denunciato. «La situazione è critica soprattutto sulla Gronda autostradale, dove, a fronte di un’opera che potrebbe impiegare migliaia di addetti, sono partiti solo due cantieri ‘zero’ e 100 dei 360 lavoratori attivi sono già in trasferimento fuori regione".
Tra le infrastrutture sotto osservazione ci sono anche il Terzo Valico, la nuova diga foranea del porto di Genova, lo Scolmatore del Bisagno, i tunnel della Fontanabuona e del porto, le Aurelie e il nuovo ospedale del Felettino a La Spezia. Opere già finanziate, molte delle quali avrebbero dovuto essere concluse nel 2024 ma che ora vedono slittare i tempi anche al 2030, come nel caso del Terzo Valico.
Il sindacato denuncia anche il rischio di perdita di manodopera specializzata, con cantieri dove si lavora a ranghi ridotti: «Alcuni impiegano una decina di operai, laddove ce ne dovrebbero essere cento. Così si vanificano le possibilità occupazionali che queste opere dovrebbero generare».
Per Di Franco è urgente un confronto diretto con il Ministero delle Infrastrutture, alla presenza della Regione Liguria e del Comune di Genova, per capire se ci sia realmente la volontà politica di portare a termine le opere in corso e accelerare su quelle già finanziate: "Non è più una questione tecnica o progettuale, ma una scelta politica. Il governo deve decidere se vuole davvero completare opere fondamentali per i cittadini liguri e per il tessuto produttivo del territorio".
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