Giornata regionale contro le mafie,, Medusei: "Cultura ed educazione alla legalità"
di Anna Li Vigni
Stanziamento iniziale di 8 mila euro a disposizione delle scuole che, entro fine anno, presenteranno progetti educativi per studenti e insegnanti
Questa mattina il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei ha firmato, insieme al Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Ettore Acerra, il Protocollo con cui l’Assemblea legislativa si impegna a sostenere specifiche iniziative assunte negli Istituti liguri per potenziare l’educazione alla legalità e al rispetto delle leggi nel loro complesso. L’Intesa, una delle rare firmate fra le Assemblee legislative regionali e Uffici scolastici, prevede un primo stanziamento di 8 mila euro a disposizione delle scuole che, entro fine anno, presentino, tramite l’Ufficio scolastico regionale, progetti educativi rivolti a studenti e insegnanti.
L’iniziativa, fa riferimento alla legge regionale n. 7 del 5 marzo 2012, e si inserisce fra le misure messe in campo in vista della Giornata regionale dell’impegno contro le mafie in memoria delle loro vittime e per la promozione della cittadinanza responsabile, che si celebra domenica 21 marzo. E’ la prima volta che l’intervento dell’Assemblea è rivolto alle scuole.
Ha assistito alla firma del protocollo Roberto Centi, presidente della VI Commissione –Antimafia, che è stata istituita in questa Legislatura.
«Sono profondamente convinto, dichiara il presidente del Consiglio regionale Gian Marco Medusei, che nella scuola l’insegnamento alla legalità deve far parte del più generale contesto dell’Educazione civica, così come il rispetto delle norme sanitarie, peraltro richiesto proprio da questa drammatica emergenza». Il presidente sottolinea diversi aspetti del tema:
\«Esiste la criminalità organizzata, che ha provocato nel tempo danni gravissimi al nostro tessuto sociale e culturale. In particolare in questo momento di crisi il pericolo di infiltrazioni mafiose è sempre più concreto e bisogna tenere alta l’attenzione. Per quanto riguarda i nostri giovani, la maggior parte segue le regole, ma talvolta il cosiddetto “effetto branco” porta a deviare anche bravi ragazzi». Medusei rimarca un aspetto positivo, che ha verificato durante la propria esperienza nel precedente incarico nella Giunta comunale della Spezia, dove aveva assunto anche la delega alla Sicurezza: «Ho constatato personalmente quanto sia importante il ruolo del cittadini, che sono sempre più attivi nel segnalare all’Amministrazione e alle Forze dell’ordine situazioni in cui la legalità è messa in pericolo innescando, così, un processo virtuoso di sicurezza partecipata».
Il presidente conclude: «Accanto al ruolo insostituibile, svolto dalle Forze dell’Ordine, dalla Polizia locale e dalla magistratura, che spesso hanno pagato con la vita il contrasto alla criminalità organizzata, diventa, dunque, sempre più urgente un intervento capillare sulle coscienze, partendo dai nostri ragazzi, per insegnare che solo da una vera cittadinanza responsabile parte la nuova e concreta sfida contro l’illegalità, contro la microcriminalità e il malaffare. Questo protocollo, dunque, è un primo passo concreto nel cammino verso una legalità partecipata, per il rispetto delle regole e della divisa».
Grande apprezzamento per l’iniziativa viene espressa anche da Roberto Centi: «Ho colto con particolare soddisfazione, sia come presidente della neo istituita Commissione Antimafia, sia come docente che ha dedicato l’intera vita alla formazione dei giovani (è stato insegnante di italiano e latino presso il Liceo Pacinotti della Spezia, ndr) e dei neodocenti (ha insegnato presso la Scuola di specializzazione all’insegnamento dell’Università di Genova, ndr), la firma di questo Protocollo di intesa. Fra istituzioni e scuola - aggiunge - la sola collaborazione non è sufficiente, perché serve una vera e propria integrazione sia per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso, sia per la promozione della cultura della legalità sia, soprattutto, per far sentire i nostri ragazzi parte attiva e consapevole del territorio e delle istituzioni che lo rappresentano, riavvicinandoli alla “cosa pubblica” attraverso il cardine della formazione scolastica».
Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Ettore Acerra ha sottolineato: «Questo protocollo rappresenta una scommessa perché è molto importante che i ragazzi non subiscano il sistema delle regole, ma ne siano attori e protagonisti. La sfida più alta – ha aggiunto - riguarda la corresponsabilità e la condivisione. La corresponsabilità educativa fra soggetti diversi, cioè la scuola, le istituzioni e la famiglia, è molto importante in questo processo educativo».
Sintesi del protocollo
L’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, in collaborazione con gli Uffici scolastici territoriali, promuove e coordina le iniziative educative e didattiche sul tema, monitorando le attività svolte. Lo stesso Ufficio può presentare annualmente all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un progetto con le iniziative che saranno attuate in collaborazione o tramite specifici istituti scolastici.
L’ufficio di Presidenza deciderà in merito al sostegno economico da riconoscere ad una o più iniziative tra quelle presentate. I progetti possono riguardare laboratori, visite, ricerche, incontri a tema, corsi di aggiornamento per il personale docente sulle tematiche connesse all’educazione alla legalità, all’educazione alla cittadinanza attiva, al controllo e al contrasto dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata, all’educazione economica e finanziaria. Il protocollo, inoltre, impegna il Consiglio regionale a incentivare le visite delle scuole presso la propria sede per permettere agli studenti di seguire l’iter delle leggi, a partire dal momento propositivo sino all’approvazione, e di conoscere gli strumenti del dibattito assembleare. Possono, inoltre, essere concordati tra l’Ufficio Scolastico Regionale e la Commissione permanente Antimafia del Consiglio regionale momenti di incontro sui temi del contrasto alle mafie, della lotta alla criminalità organizzata. Il Protocollo d’Intesa dura tre anni e può essere prorogato.
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