Giappone, scommessa sui pannelli solari flessibili per rilanciare l’industria e ridurre la dipendenza dalla Cina

di Andy Woodrook

2 min, 54 sec

Il governo investe nei pannelli al perovskite per accelerare la transizione energetica e rafforzare la sicurezza economica ed energetica del Paese

Giappone, scommessa sui pannelli solari flessibili per rilanciare l’industria e ridurre la dipendenza dalla Cina

Secondo quanto riportato dalla testata online digitaljournal.com, il Giappone sta puntando sui pannelli solari ultra-sottili e flessibili al perovskite per raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050, ridurre la dipendenza dalla Cina nel settore fotovoltaico e sfruttare al meglio le proprie risorse naturali e industriali.

Pannelli flessibili – Il perovskite è un materiale che consente la realizzazione di pannelli fotovoltaici leggeri, flessibili e sottili, adatti a un territorio come quello giapponese, dove circa il 70% del suolo è montuoso e mancano ampie aree pianeggianti per impianti tradizionali. Questi pannelli possono essere applicati su superfici curve o irregolari, come tetti, vetri o facciate di edifici, offrendo nuove possibilità di generazione distribuita di energia.

Materie prime – Un ulteriore vantaggio strategico per il Giappone è la disponibilità di iodio, componente chiave dei pannelli al perovskite. Il Paese è il secondo produttore mondiale dopo il Cile, un elemento che potrebbe rafforzare la competitività nazionale nel settore e ridurre la dipendenza dalle importazioni, a differenza del silicio, ampiamente controllato dalla Cina.

Obiettivi energetici – Il governo punta a installare 20 gigawatt di pannelli al perovskite entro il 2040, equivalenti a circa 20 reattori nucleari, contribuendo così a coprire fino al 50% della domanda elettrica con fonti rinnovabili. Attualmente, l’energia solare soddisfa il 9,8% del fabbisogno, ma l’obiettivo per il 2040 è arrivare al 29%.

Investimenti pubblici – Per sostenere il settore, Tokyo ha stanziato 157 miliardi di yen (circa un miliardo di dollari) per finanziare la costruzione di un impianto da parte della Sekisui Chemical, destinato a produrre pannelli sufficienti a generare 100 megawatt entro il 2027, una capacità in grado di alimentare 30.000 abitazioni.

Industria nazionale – “I pannelli al perovskite possono essere realizzati interamente in Giappone, dalle materie prime all’installazione,” ha dichiarato Hiroshi Segawa, esperto dell’Università di Tokyo. “Questo rappresenta un vantaggio in termini di sicurezza energetica ed economica.” L’obiettivo dichiarato dal ministro dell’Industria Yoji Muto è chiaro: “Dobbiamo riuscire nella loro implementazione nella società a ogni costo.”

Tecnologia emergente – Non mancano però le sfide. I pannelli al perovskite contengono piombo, un elemento tossico che richiede un’attenta gestione a fine vita, e hanno una durata inferiore rispetto a quelli in silicio (10 anni contro 30). Inoltre, la loro efficienza energetica è ancora inferiore, anche se i recenti prototipi si avvicinano alle prestazioni dei pannelli tradizionali e potrebbero raggiungere una durabilità di 20 anni.

Applicazioni urbane – I pannelli sono già stati integrati in progetti pilota, tra cui un grattacielo di 46 piani a Tokyo che sarà completato nel 2028 e uno stadio coperto a Fukuoka. Panasonic sta sviluppando vetri con celle fotovoltaiche incorporate. “Se ogni finestra generasse energia, potremmo produrre elettricità dove viene consumata e alleggerire il carico sulla rete,” ha affermato Yukihiro Kaneko, responsabile dello sviluppo dei pannelli al perovskite dell’azienda.

Competizione globale – Negli anni 2000, il Giappone era leader nel fotovoltaico, ma la Cina domina oggi oltre l’80% della catena globale di fornitura del solare. Per evitare di ripetere il ciclo di boom e crollo del passato, Tokyo cerca ora un modello più sostenibile, fondato sull’innovazione e sull’integrazione con le esigenze del territorio.

Strategie complementari – “Non si tratta di scegliere tra silicio e perovskite,” ha concluso Segawa. “Dobbiamo massimizzare l’uso delle tecnologie disponibili. Se il Giappone riuscisse a creare un modello efficace, potrebbe esportarlo anche all’estero.”

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.