Genova: viola i sigilli e tenta di rientrare in un bene confiscato dall'Antimafia, arrestato 57enne
di Redazione
Centi (Presidente Antimafia Liguria): "Episodio molto grave. Opinione pubblica sembra sopita"
L'episodio accaduto pochi giorni fa a Genova, che ha avuto per protagonista Salvatore Canfarotta, sorpreso dai Carabinieri mentre cercava di forzare la serratura per rientrare in uno dei 115 beni che era stato confiscato a lui e alla sua famiglia dall'Antimafia, dovrebbe suscitare un grande senso di disappunto e sollevare le coscienze dell'opinione pubblica, invece rischia di essere derubricato come un semplice fatto di cronaca, grottesco, ma non così grave, come invece è”.
Questo il commento del presidente della Commissione Regionale Antimafia della Liguria, Roberto Centi, alla notizia della violazione dei sigilli di un immobile oggetto della confisca dei beni Canfarotta, in via Canzio, a Genova Sampierdarena. A tentare di rientrare nel bene confiscato dall'Antimafia, utilizzando un trapano per scardinare la serratura, è stato il 57enne Salvatore Canfarotta, membro della famiglia a cui sono stati sequestrati 115 beni a Genova, 96 dei quali nel centro storico. La più grande confisca che sia mai stata realizzata nel Nord Italia.
“Mi spiace constatare come di fronte ad un episodio del genere l'attenzione dell'opinione pubblica sembri piuttosto sopita – spiega Centi -. Stiamo vivendo una sorta di ritualizzazione della coscienza dell'antimafia, ponendo la necessaria attenzione ai fenomeni mafiosi solo nelle occasioni canoniche come gli anniversari dell'uccisione di Giovanni Falcone e di Salvatore Borsellino, o la Giornata della Legalità e delle Vittime di mafia”.
“Anche se non ci sono più episodi di violenza estrema e stragista come negli anni Novanta, per lo meno in Liguria, il fenomeno mafioso persiste e va tenuto sotto controllo – conclude Roberto Centi -. Oggi la mafia non è più 'coppola e lupara' ma è prevalentemente rappresentata dai 'colletti bianchi' che fanno affari. Affari illegali che non sono innocui, poiché occorre ricordare, sono resi possibili grazie ai capitali generati dalla vendita di droga, armi e prostituzione. Affari che poi vanno anche ad inquinare l'economia sana della nostra regione”.
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