Genova, trasferimento migranti da ex ostello, opposizione rossoverde: "Sono persone, non pacchi da spostare"

di Redazione

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Candia, Ghio e Coppola: "La pubblica amministrazione ha il dovere di investire competenze e fondi nell'interazione con progetti concreti"

Genova, trasferimento migranti da ex ostello, opposizione rossoverde: "Sono persone, non pacchi da spostare"

"I 70 migranti, 30 dei quali bambini, ospitati presso l'ex Ostello di Oregina sono delle persone e non dei pacchi che possono essere spostati da un giorno all'altro senza gravi motivi. I nostri amministratori locali devono prendersi le loro responsabilità senza scaricare tutte le colpe su queste persone e sulle politiche nazionali: occuparsi della 'cosa pubblica' implica impegnarsi per risolvere i problemi creando coesione tra persone ospitate e persone residenti nel quartiere, non soffiare sui venti di intolleranza ascoltando pretestuosi, e non fondati, allarmismi". A dichiararlo la consigliera regionale della Lista Sansa Selena Candia, la consigliera comunale "Rossoverde" Francesca Ghio e la consigliera "Rossoverde" nel Municipio Centro Est Francesca Coppola.

Dopo la protesta di alcuni residenti, genitori della scuola d'Infanzia Bondi, è stata infatti ventilata l'ipotesi che le famiglie di migranti che dal settembre scorso sono ospitate all'interno dell'ex ostello della gioventù di via Costanzi possano essere trasferite in altro spazio. Si tratta per la maggior parte di nuclei familiari che da settembre scorso hanno iniziato un percorso di inserimento nella realtà circostante.

"Occorre ricordare che il trasferimento di queste persone è nato dall'allarmismo messo in atto, in modo pretestuoso, a seguito di una lite familiare avvenuta tra un ragazzo e il suo genitore all'interno della struttura d'accoglienza allestita nell'ex ostello di via Costanzi - ha spiegato Francesca Coppola -. La politica dovrebbe andare alla radice delle problematiche e affrontarle con serietà, evitando di invocare allarmismi che portano a decisioni prese con la 'pancia'. Chi ci amministra dovrebbe aprirsi al dialogo dando supporto a chi cerca di creare coesione nel quartiere".

"La pubblica amministrazione ha il dovere di investire competenze e fondi nell'integrazione con progetti concreti, esercitando un controllo sul lavoro svolto dalle cooperative - hanno aggiunto Selena Candia e Francesca Ghio -. La destra che oggi ci amministra a livello locale dovrebbe inoltre ricordarsi che stiamo parlando di persone, soprattutto bambini".