Genova, torna la Fiera di San Pietro, gli operatori:"ripresa tra luci e ombre"

di Andrea Carozzi

Tra gli stand della manifestazione nel quartiere della Foce c'è voglia di riprendere a lavorare, ma i fieristi hanno risentito del lungo stop

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Grazie a un nulla osta arrivato la settimana scorsa, la storica Fiera di San Pietro e Paolo nel quartiere della Foce, è andata  in scena nella giornata di domenica 28 giugno. Tra i 540 banchi di merci varie e prodotti enogastronomici distribuiti tra Corso Italia, via Casaregis, via Cecchi via Ruspoli e Corso Torino, i genovesi si sono mossi  rispettando le norme anti contagio anche grazie ad un folto numero di addetti alla sicurezza impegnati a far rispettare le distanze, ma soprattutto l’obbligo di indossare la mascherina ai più disattenti.

Tra molti degli operatori presenti si registra un cauto ottimismo condito dalla voglia di riprendere a lavorare a pieno regime nonostante le limitazioni  imposte in questo periodo di post lockdown: “non ci sono sicuramente i numeri degli scorsi anni- ci racconta una ragazza che ha una bancarella di prodotti in pelle - però i clienti ci sono e stanno comprando, è bello ricominciare a lavorare”.

L’ottimismo per la ripresa delle attività arriva anche da un banco dedicato ai prodotti per l’infanzia:”siamo soddisfatti- ci sottolinea l’operatrice- e voglio ringraziare l’assessore Bordilli per l fiducia che ci ha dato permettendoci di realizzare la fiera anche in questo periodo delicato. Noi facciamo rispettare le distanze di sicurezza, evitiamo che si creino assembramenti davanti al banco, indossiamo e facciamo indossare le mascherine ai nostri clienti”.

Non tutti gli operatori sono soddisfatti, per alcuni di loro il lockdown ha coinciso con la perdita di una buona parte del guadagno stagionale: “lo stop alle attività è arrivato all’inizio della stagione più prolifica dal punto di vista economico- racconta un operatore- e adesso la ripresa è lenta, i clienti vengono ma anche a causa delle norme di distanziamento fisico spesso siamo costretti ad allontanarli per evitare assembramenti e questo ci porta inevitabilmente a perdere dei guadagni”.

Discorso a parte merita la categoria degli ambulanti fieristi, ossia degli operatori che basano il loro lavoro su fiere e sagre, manifestazioni che tranne qualche rara eccezione non sono ancora state totalmente ripristinate. ”Noi fieristi  ci differenziamo dagli ambulanti che lavorano nei mercati rionali e che stanno tornando lentamente a lavorare, noi siamo stati particolarmente colpiti dal lockdown e ci sentiamo abbandonati dallo Stato perché non riconosciuti. Molte fiere su cui basiamo i nostri guadagni risultano sospese o cancellate. Speriamo che questa fiera serva a convincere anche gli altri comuni della regione a tornare ad organizzare fiere e manifestazioni simili, altrimenti per noi cominciano ad essere problemi grossi”.