Genova, teatro: successo al Duse per "I creditori" di Strindberg

di Redazione

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Più che attuale il tema del 1888, con una donna contesa tra due mariti

Genova, teatro: successo al Duse per "I creditori" di Strindberg

August Strindberg scrisse la tragicommedia I creditori nel 1888, ma il testo sembrerebbe scritto ieri tale è la sua attualità. Lo si è constatato al teatro Duse di Genova dove lo spettacolo è stato presentato in prima nazionale in un allestimento prodotto dal Teatro Nazionale in coproduzione con il Teatro Metastasio di Prato. Lo spettacolo (foto Federico Pitto) si avvaleva della traduzione di Maria Valeria Davino e Katia De Marco e dell'adattamento di Veronica Cruciani che ha firmato anche la regia.

La storia ruota intorno a Tekla una donna che sposata in passato con un uomo più maturo, Gustav, lo ha lasciato per unirsi in matrimonio con Adolf, un giovane artista. Anni dopo Gustav si insinua nella coppia, finge amicizia con Adolf e subdolamente gli instilla il dubbio sulla fedeltà e l'amore della moglie. In pratica porta allo sfinimento il giovane rivale e in un acceso scontro finale con l'ex moglie consuma la propria vendetta. È uno scontro a tre senza esclusione di colpi, in un clima di tensione crescente e in un contesto di una evidente modernità. Non a caso la regista ha vestito i due uomini in maniera ottocentesca, ma ha dato a Tekla abiti contemporanei proprio a voler rimarcare la sua appartenenza alla nostra epoca: una donna libera che non rinnega le scelte passate ma non si fa condizionare dai due mariti.

Veronica Cruciani ha saputo rileggere il testo di Strindberg con belle intuizioni drammaturgiche: i personaggi sono delineati con cura, l'idea di spostare la "contesa" fra Adolf e Tekla a un certo momento in platea fra il pubblico attualizza ancor più il discorso, suggerendo un dibattito pubblico. Ad aumentare il senso della tragedia anche la drammaturgia sonora (a firma John Cascone) incentrata su battiti e elementi percussivi cupi, incombenti. Infine lodevole pure la scena di Anna Varaldo (una stanza spoglia, con cumuli di sabbia sul pavimento a ricordare che si è in una località balneare) che suggerisce atmosfere oniriche. Bravi gli attori: Viola Graziosi è una Tekla ricca di sfumature, Rosario Lisma dà fisicità e vigore al marito in carica, Graziano Piazza rende con estro e varietà di atteggiamenti il mefistofelico primo marito.