Genova, il porto si ferma per Gaza: cortei, blocchi e proposta Usb di embargo alle merci dirette in Israele
di red. cronaca
Rudino (Calp): "Questa mobilitazione ricorda lo spirito del 30 giugno. È il momento di alzare la testa dopo decenni di silenzio"
Migliaia di persone sono scese in piazza oggi a Genova per partecipare allo sciopero generale indetto dai sindacati di base in solidarietà con la popolazione palestinese e a sostegno della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale diretta verso Gaza.
La protesta è cominciata all’alba con il blocco dei varchi portuali di via Albertazzi e San Benigno, presidiati da oltre 600 manifestanti tra lavoratori portuali, studenti, attivisti e famiglie. All’arrivo del corteo studentesco a San Benigno, un lungo applauso, torce e fumogeni hanno accolto i giovani manifestanti.
Nonostante l’allerta meteo arancione e la pioggia intermittente, la mobilitazione ha continuato a crescere. Cortei spontanei sono partiti anche da Oregina e da piazza Montano a Sampierdarena, tutti diretti verso il presidio principale. In tarda mattinata è prevista un’assemblea pubblica, mentre il corteo cittadino partirà alle 14:30 dal porto per raggiungere il centro città.
Durante il presidio, è emersa anche una proposta politica forte: l’Usb ha lanciato l’idea di un embargo permanente sulle merci da e per Israele, come strumento di pressione sui governi europei affinché intervengano per fermare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. “I lavoratori pongano una questione di embargo su tutte le merci dirette a Israele e provenienti da Israele. Vediamo se ci sono le condizioni per uno sciopero permanente su queste direttrici,” ha dichiarato Francesco Staccioli, membro del direttivo nazionale Usb.
Secondo il sindacato, oggi a Genova era previsto l’arrivo di una nave con possibile carico bellico diretto in Israele. “Abbiamo segnalato il rischio alle istituzioni e la nave non è attraccata. Ma potrebbe arrivare domani. Ecco perché chiediamo anche alla Cgil e agli altri sindacati di unirsi allo sciopero contro le navi della guerra,” ha aggiunto Staccioli. “Oggi Genova è l’epicentro di un terremoto di dignità che attraversa l’Italia,” ha commentato Riccardo Rudino del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali. “Questa mobilitazione ricorda lo spirito del 30 giugno. È il momento di alzare la testa dopo decenni di silenzio.”
L’iniziativa genovese fa parte di una più ampia mobilitazione nazionale, con manifestazioni in 65 città italiane, da Roma a Milano, da Napoli a Cagliari. L’obiettivo comune: chiedere il cessate il fuoco, fermare l’invio di armi e sostenere la missione umanitaria della flottiglia in viaggio verso Gaza.
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