Genova, ristoratrice della zona rossa in lacrime: "Il mio locale mai così vuoto"
di Michele Varì
Marja, titolare di un ristorante dei vicoli, "stavolta non riusciremo a rialzarci, ho un figlio e mio marito rischia la cassa integrazione"
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"Mi viene da piangere perchè il mio locale non l'ho mai visto così... vuoto tutto la settimama. Ho un bambino di nove mesi che costa, mio marito era in cassintegrazione, la mia socia fa il mattino, una delle dipendenti la dobbiamo lasciare in cassa integrazione".
Gli occhi lucidi e la grande emozione sino al pianto di Marija ristoratrice originaria della Macedonia, cootitolare di un ristorante in via San Bernardo, sono l'emblema di quanta sofferenza sta creando la zona rossa o di massina attenzione nel centro storico di Genova.
La giovane mamma ieri al primo giorno delle restrizioni decise dal Comune di Genova per evitare assembramenti nelle zone designate come rosse per i contagi, pur a fianco del marito e il bebè nel passeggino, è apparsa molto provata: sopra il ristorante ha appeso un lenzuolo bianco, il suo straziante grido di aiuto con su scritto: "Aiutateci a non chiudere il centro storico".
Tutto intorno il silenzio dei vicoli mai così vuoti.
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