Genova: nuovo forno crematorio a Staglieno, si divide la maggioranza in Comune. Mascia: "Aimé ha parlato a titolo personale, nessuna spaccatura"
di Redazione
Il consigliere di Forza Italia Paolo Aimé, esponente della Valbisagno, si dissocia dalla posizione dell'amministrazione
Il progetto di secondo forno crematorio a Staglieno divide la maggioranza in consiglio comunale a Genova. In mattinata, durante la seduta della Commissione dedicata al piano di costruzione del nuovo impianto, il consigliere di Forza Italia Paolo Aimé ha preso una posizione di dissenso: "Se serve lo facciamo ma se non serve, e io posso dimostrare che non serve, non facciamolo. Stiamo bene attenti a quello che facciamo, le emissioni dei forni crematori sono fortemente nocive e possono influire sulla salute. Per questo Forza Italia chiede di fermare il progetto”. Fino alla presa di posizione di Aimé, il vicesindaco Pietro Piciocchi aveva portato in aula una relazione di replica al documento presentato dal difensore civico regionale Francesco Cozzi, difendendo e rilanciando il progetto, mentre l'opposizione denuncia le criticità del progetto in termini di salute pubblica.
Peraltro il coordinatore genovese di Forza Italia Mario Mascia, assessore all’urbanistica, ha fatto sapere che quanto detto da Aimè in Sala Rossa fosse a titolo personale e non rappresenta la linea del partito: "Non c'è stato nessun voto del gruppo di Forza Italia contro la Giunta e nessuna spaccatura. Dopo la commissione ho chiesto chiarimenti ad Aimé, che evidentemente ha parlato a titolo personale da consigliere della Valbisagno e non ha mai inteso nemmeno mettere in discussione la compattezza della nostra maggioranza a sostegno del Sindaco Bucci. Sono stato Capogruppo di Forza Italia per tutto lo scorso mandato consiliare e non ho mai fatto mancare l'apporto di lealtà, competenza e professionalità del partito alla coalizione di centro destra a sostegno del Sindaco Bucci. Nella mozione con cui sono stato eletto all'unanimità all'ultimo Congresso metropolitano del partito ho messo nero su bianco questi come paletti della azione politica e amministrativa che Forza Italia ha portato e intende portare avanti a Genova in linea con il nostro Capogruppo in Regione Claudio Muzio, il nostro Segretario Regionale Carlo Bagnasco e il nostro Segretario Nazionale Antonio Tajani. Grazie a questo positivo atteggiamento di responsabilità il partito a Genova alle scorse europee è cresciuto dal 3,85 al 6,54%. Visto che posso a pieno titolo parlare a nome di Forza Italia mi aspetto che per il futuro si tengano sempre più gli occhi puntati sul bene di tutta la città e sul gioco di squadra necessario a perseguirlo: nessuno di noi deve la sua elezione solo ai propri elettori ma ognuno la deve anche al partito, alla coalizione e al Sindaco vincenti. Lasciamo ad altri gli interessi particolari e confermiamo con forza, la forza di Forza Italia, il sostegno al Sindaco Marco Bucci".
Negli altri interventi Cristina Lodi (Azione) ha sottolineato che la giunta “invece di tutelare la concorrenza anteponendola agli interessi dei genovesi dovrebbe interrogarsi sulla gestione dei servizi cimiteriali, tanto che la scelta della cremazione spesso è dettata da una necessità economica, essendo meno onerosa“. Filippo Bruzzone (Lista RossoVerdi) ha ricordato che nel prossimo gennaio arriverà il verdetto del Tar sul ricorso presentato dai cittadini: "Quando per tutelare gli interessi pubblici si devono attendere le sentenze dei tribunali, vuol dire che la politica non ha fatto bene il proprio lavoro”. Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) sottolinea: “Questo dibattito è monco se non viene assicurato che da fuori regione non arriveranno altre salme da cremare”.
La controreplica al vicesindaco Pietro Piciocchi, che ha ricordato come l'amministrazione abbia posto come limite di funzionamento del nuovo impianto “otto ore al giorno per 300 giorni l’anno, con il tetto massimo di 4500 salme. Nel tariffario delle cremazioni di Genova ci sono livelli sotto i quali non si può scendere, il che rende il nostro territorio fuori dai giochi delle tariffe aggressive di altre province".
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