Morto nei laghetti di Nervi, il giallo dello zainetto scomparso

di Redazione

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Oggi altro sopralluogo per cercarlo. La scientifica ha rilevato le impronte per identificare l'uomo

Morto nei laghetti di Nervi, il giallo dello zainetto scomparso
C'è un giallo intorno al ritrovamento dell'escursionista trovato senza vita nei laghetti di Nervi: gli agenti delle volanti e gli investigatori della scientifica non hanno ancora trovato lo zaino o un marsupio che l'uomo dovrebbe avere avuto con sé prima di affrontare l'escursione sulle alture di via del Commercio. Difficile infatti ipotizzare che un escursionista che parte con pantaloncini corti e scarpe da trekking non si porti appresso almeno uno zainetto in cui custodire una bottiglietta d'acqua o una borraccia, uno snack e ovviamente portafoglio con soldi e documenti. La prima spiegazione plausibile è che lo zaino potrebbe essere caduto in acqua e da lì essere stato trascinato a valle dal torrente. Ma questa ipotesi non convince Dario Di Giorgi, uno dei due o tre abitanti residenti nei pressi dei laghetti che meglio conoscono la zona: “In questi giorni il corso del torrente che scende dai laghetti e sfila anche davanti a casa mia è quasi secco, lo zaino dovrebbe essere visibile, e comunque non lontano dal punto in cui è stato trovato il cadavere”. Grazie alla conoscenza del territorio di Di Giorgi, gestore di una pagina di Fb da lui stesso aperta sui laghetti di Nervi, spiega poi perché il cadavere potrebbe non essere stato visto per uno o due giorni nonostante nel fine settimana la zona sia molto frequentata dagli abitanti della zona e dagli escursionisti. “La pozza d'acqua dove è stato trovato il corpo è la più distante ed isolata, la preferita dalle coppiette e da chiunque desidera stare da solo. Per raggiungerla dai primi laghetti, quelli più frequentati, bisogna camminare ancora un'ora in direzione del Monte Fasce. Dunque è possibile che il cadavere possa essere rimasto nell'acqua per giorni senza essere visto”. Le indagini per dare un nome all'uomo sono condotte dalla squadra mobile di Genova: stamane gli esperti della scientifica hanno rilevato le impronte del cadavere perché ieri non era stato possibile per la lunga permanenza in acqua. Altri agenti hanno effettuato un altro sopralluogo ai laghetti, anche per cercare lo zaino. Avviati inoltre accertamenti sulla banca dati delle denunce di persone scomparse presentate negli ultimi giorni. Per spiegare il decesso la prima è più accredita ipotesi rimane quella di una disgrazia: l'uomo potrebbe essere caduto battendo la testa su una delle rocce che circondano il laghetto. Oppure è stato vittima di un malore e poi è caduto in acqua. Altra possibilità, per ora però quasi a livello di suggestione, ma che gli investigatori non possono ancora scartare è quella di un omicidio: l'uomo potrebbe essere stato aggredito eppoi caduto o gettato in acqua. Possibile movente: una lite o, appunto, la rapina dello zaino. La novità dell'ultima ora arriva da uno dei pochi abitanti di Nervi, Italo Emone, 70 anni, ex autista Amt con la passione per i quod, che ha contatto Telenord per svelare un particolare forse utile alle indagini: “Mia moglie Rosa potrebbe avere visto quell'escursionista salire verso i laghetti. Era lunedì o martedì, se lo ricorda perché era solo, e questo non capita spesso, e stava per iniziare l'escursione quando,erano già passate le 18 e stava già per calare la sera”.