Genova Meravigliosa, un omaggio alla città che stringe il mondo intorno a sé
di Paolo Lingua
Il punto di Paolo Lingua
C’è una riflessione da compiere su Genova, un aspetto della sua fisionomia e della sua storia che, per citare Dante sia pure in un senso differente, che la rende una città “diversa”. Infatti quasi tutte le grandi città – ci riferiamo a quelle dell’Europa e dell’Italia - nascono attorno a una realtà agricola e poi crescono, in tutti i sensi (urbanistico, artistico, abitativo, popolare), attorno a questa dimensione perché l’agricoltura è quella che provvede all’alimentazione degli abitanti. Genova po: stretta tra i mondi che hanno una crescita verticale alle sue spalle e con il mare di fronte si è imposta subito come città. I suoi abitanti, da sempre, non hanno mai avuto nulla di campagnolo o di agrario. E le case non sono mai state di paglia e fango. Subito di pietra è già di due, tre, quattro piani quando anche nei grandi centri ( a cominciare da Roma e dalle città della Magna Grecia) si è costruito a un piano per secoli. Anche questa originalità ne fa una città “meravigliosa”.
Non a caso, ancora oggi il suo centro storico, che poi è la città che si è articolata sino al XIX secolo, è il più vasto d’Europa. La vita di tutti i giorni si confonde con i monumenti e le chiese. I palazzi pubblici convivono con le abitazioni private. Tutta Genova è un complesso armonico. Non sarà mai una città-museo perché a pochi metri convivono tutti gli stili di vita, se vogliamo essere provocatori “in disarmonica armonia”. Da qui il progetto, lanciato oggi dalla nostra azienda editoriale Telenord che si chiama appunto “Genova Meravigliosa”, nata in coincidenza, come intuizione dell’editore Massimiliano Monti, del tragico crollo del Ponte Morandi. Quel giorno, poco più di un anno fa, non è stato solo una tragedia in se stessa, ma ha dato l’immediata impressione d’un colpo inferto a una città, a un contesto sociale che poteva rischiare l’involuzione. Invece, come sovente è accaduto e in particolare a Genova, città dai mille destini, dal dramma è scaturita la voglia di rinascere.
Da qui il progetto di dar vita a decine e decine (oggi sono una trentina, ma il movimento è in crescita) di documentari – originali, moderni, mirati – grazie alla collaborazione di altrettante imprese private o istituzioni che rappresentano il coacervo che ha la voglia di crescere e di andare oltre alla tragedia. Si rinasce dal crollo: e i documentari vanno dall’arte alla natura, dalla storia all’economia, al costume. I documentari fotografano appunto la “Genova meravigliosa” , che c’è ed esiste per fortuna, ma che, nel nome della bellezza e della speranza, vuole farsi conoscere e farsi conoscere mentre si ricostruisce, mette in campo iniziative decolla in tutti i campi. I documentari saranno trasmessi dai prossimi giorni a livello regionale e nazionale sulle pagine Facebook e sulle pagine delle aziende partner che hanno contribuito a realizzarli. Ci sarà un “Tour” per tutta l’Italia, per tutte le città principali. L’obiettivo e far conoscere la Genova della bellezza e del fermento intellettuale nel momento in cui abbraccia tutti i progetti di ricrescita. Nessun compiacimento mediatico, spiega l’editore Massimiliano Monti, ma invece un racconto che abbraccia passato consolidato, presenze, ma soprattutto si proietta, con una nuova spinta di forza e di creatività nel futuro. Nell’arco di un anno, con la connessione intrecciata con tutti i sociale network, gli italiani conosceranno una Genova che probabilmente era a loro ignota, o quasi. Una Genova fuori degli stereotipi (che quasi sempre avvolgono le città storiche), una città che, senza campagna, sorta sulla pietra e con la pietra, ha trasferito la poesia dei campi nei suoi mercati-empori, grazie al traffico portuale, stringendo già in epoche remote il mondo intorno a sé.
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