Genova: maratona oratoria avvocati penalisti per fermare i suicidi in carcere

di Redazione

Fabiana Cilio: "Vogliamo sensibilizzare la politica e l'opinione pubblica sul tema dei suicidi in carcere e in generale delle condizioni di detenzione"

Quarantasette suicidi dall'inizio nell'anno. L'ultimo questa mattina nel carcere di Marassi. Il tabellone, che da qualche mese campeggia nel cortile di palazzo di Giustizia viene aggiornato proprio mentre è in corso la tappa genovese della maratona oratoria indetta avvocati penalisti di tutta Italia. "Si tratta di una maratona a staffetta partita il 29 maggio e che si concluderà a Roma l'11 luglio con una manifestazione a livello nazionale per sensibilizzare la politica e l'opinione pubblica sul tema dei suicidi in carcere e in generale delle condizioni di detenzione" spiega Fabiana Cilio, presidente della Camera Penale Regionale Ligure 'Ernesto Monteverde'.

Gli avvocati si rivolgono al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere "interventi urgenti a cominciare dalla liberazione anticipata speciale da 60 giorni anziché 45., che non risolverà la situazione ma sarebbe un passo in avanti. Chiediamo inoltre che le misure alternative alla detenzione vengano applicate i in maniera molto più massiccia di quanto accade oggi perché ricordiamo le misure alternative alla detenzione abbassano il tasso di recidiva mentre il carcere le fa schizzare in alto".

Presente alla maratona anche il garante regionale per le carceri Doriano Saracino: "In carcere si vive male e quindi si muore facilmente - spiega - oggi siamo qui a parlare di suicidi, ma c'è anche il problema delle morti perché se consideriamo i morti per altre cause superiamo il numero di 100". Saracino sottolinea inoltre la necessità di "potenziare le cure mediche così come le opportunità di lavoro e di reinserimento sociale". Il Garante chiede inoltre "alla Regione Liguria di modificare la legge sull'edilizia residenziale pubblica che di fatto penalizza chi ha scontato una pena perché non consente un reinserimento sociale perché chi ha una condanna anche di un anno per un reato punito fino a cinque anni perde il diritto alla casa".