Genova, lunghi applausi per "Cenerentola" al Teatro Carlo Felice
di Redazione
È stato ripreso l'allestimento ideato da Lele Luttazzi nel 1978
Lunghi applausi ieri sera, venerdì 25 novembre ndr, al Teatro Carlo Felice per la prima di "Cenerentola". La celebre opera rossiniana è stata presentata in un allestimento del teatro genovese che ha ripreso l'impianto scenografico del 1978 di Lele Luzzati. La regia tradizionale di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi ha puntato sulla danza. Sul palcoscenico si è ballato molto, dal primo atto fino alla scena finale quando Cenerentola celebra la sua vittoria con "Non più mesta accanto al fuoco". Il ritmo è elemento fondamentale nel teatro comico rossiniano, caratterizzato proprio da un'azione musicale incalzante nella quale i concertati più trascinanti si alternano ad arie e cavatine in una partitura che è fra le più geniali del suo teatro. Sul podio il direttore musicale del teatro Riccardo Minasi al suo primo impegno operistico al Carlo Felice. Minasi ha diretto con intelligenza e leggerezza, ottenendo una lettura piacevole. Sul piano vocale non tutto ha convinto. L'aggressività ritmica rischia spesso di compromettere la dizione del testo, costringendo i cantanti a scivolare sulle parole, perdendo incisività e aderenza alla frase musicale.
Hongni Wu è stata una Cenerentola aggraziata, precisa negli abbellimenti. Antonino Siragusa un Ramiro dal bel portamento, non sempre elegante quando forza gli acuti. Bene Roberto De Candia nei panni di Dandini e Gabriele Sagona in quelli di Alidoro. Marco Filippo Romano ha reso con simpatia la parte di Don Magnifico, attorniato dalle due figlie Giorgia Rotolo (Clorinda) e Carlotta Vichi (Tisbe). Bene il coro diretto da Claudio Marino Moretti e bene Sirio Restani alla tastiera per i recitativi. Da segnalare un curioso incidente durante il primo atto quando sul fondo della scena è stato proiettata l'immagine del desktop di un pc. All'inizio del secondo atto l'entrata a luci già spente di un gruppo nutrito di spettatori che hanno preso posto nelle prime file, costringendo il direttore ad aspettare, appoggiato alla balaustra con lo sguardo fra il divertito e l'ironico verso i ritardatari.
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