Genova, lavoratori edili e metalmeccanici in piazza contro gli infortuni sul lavoro. Magni (CGIL) e Servidei (UIL): "Più responsabilità e risorse"
di Lorenzo Aluigi
"Il tragico epilogo di quanto accaduto a Firenze non è accettabile e impone un cambio di passo da parte di politica, istituzioni e imprese"
E’ in corso in queste ore lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici e edili indetto da Cgil e Uil per chiedere sicurezza sul lavoro. Alla manifestazione prevista davanti alla Prefettura di Genova hanno partecipato lavoratrici e lavoratori di ogni settore, a testimonianza della gravità del problema in ogni luogo di lavoro.
"Il tragico epilogo di quanto accaduto a Firenze con la morte di cinque operai nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga, non è accettabile e impone un cambio di passo da parte di politica, istituzioni e imprese" - sottolineano le due sigle sindacali.
"Nel nostro Paese si continua a morire di lavoro. I dati sugli infortuni, le morti e le malattie professionali parlano chiaro anche in Liguria. Sono state 19.248 le denunce di infortunio sul lavoro in Liguria tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2023. I dati Inail, elaborati dall’Ufficio Economico Cgil, indicano come la maggioranza degli infortuni è avvenuta a Genova che con 10.523 denunce rappresenta il 54,7% del totale delle denunce di infortunio della Liguria; segue Savona: 3.594 (18,7%); La Spezia con 2.820 denunce (14,7%); Imperia 2.311 (12,0%). Le vittime di infortunio sul lavoro sono prevalentemente lavoratori tra i 55 e i 59 anni, ma il maggior incremento rispetto all’anno precedente (+32 per cento), si è verificato tra gli over 75 anni. Gli infortuni mortali sono stati 22, di cui 6 a Genova, una media di 1 morto sul lavoro ogni 16 giorni. In forte aumento le malattie professionali che si attestano a 1.433 denunce, soprattutto per le donne (+52%) e in provincia della Spezia (+66)".
Uil Liguria e Cgil Genova e Liguria chiedono alla politica di passare dalle parole alle azioni concrete a tutela della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro.
"E' perfettamente inutile parlare di cordoglio: è il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le loro responsabilità. Gli infortuni sul lavoro sono figli di massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro e sono conseguenze di scelte, non sono una fatalità. Qualcuno ha deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio, deregolamentando la catena degli appalti fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte siano presenti in un cantiere. È inaccettabile costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. È stata ignorata la Piattaforma unitaria e si continua ad agire senza il confronto con chi, ogni giorno, è nei posti di lavoro. Con la patente a punti oggi, probabilmente, alcune aziende non avrebbero potuto avere gli appalti e con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro. Uil e Cgil vogliono che siano affidate tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza, occorre il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente. Abbiamo chiesto a Sua Eccellenza, la signora Prefetto Cinzia Torraco, di sollecitare il Governo a trovare soluzioni concrete a partire dalla modifica della normativa sugli appalti che in queste tragedie dimostra tutta la sua inadeguatezza e pericolosità, l'applicazione corretta dei contratti che garantisce anche legalità e il ricorso alla formazione continua affinché i lavoratori abbiano tutti gli strumenti per tutelare la loro incolumità. Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza restano frasi vuote. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri”.
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