Genova, la commemorazione del celebre "Che l'Inse?" del Balilla in piazza Portoria: era il 5 dicembre 1746

di Marco Innocenti

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Il sasso scagliato contro l'esercito austriaco che diede il via all'insurrezione dei genovesi. Bordilli: "Un gesto che formò la nostra identità"

"Che l’inse?", sono le parole con la quali il 5 dicembre del 1746 un semplice ragazzo diede il via all’insurrezione popolare dei genovesi contro l’invasore austriaco, un evento chiave nella storia della città e nell’immaginario italiano dal Risorgimento in poi. Un evento che anche quest’anno è stato ricordato nella commemorazione del Balilla, il giovane che scagliò la prima pietra pronunciando quella frase divenuta poi iconica. E se sulla reale identità di quel giovane gli storici ancora si interrogano – l’ipotesi più accreditata continua a essere quella che identifica il Balilla con Giovanni Battista Perasso – la sua eredità nella cultura e nella identità genovese è sempre e ancora attuale.

Per questo Genova ha voluto rinnovare questa tradizione, celebrando questa mattina in piazza Portoria, là dove tutto è cominciato, alla presenza dell’assessore ai grandi eventi Paola Bordilli, al presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù, al presidente della commissione Cultura del Municipio Centro est Marco Ghisolfo. A suonare l’Inno di Mameli durante la celebrazione è stata la Filarmonica Sestrese.

"Anche quest’anno – ha detto l’assessore ai Grandi Eventi Paola Bordilli – vogliamo ricordare e commemorare un gesto che ha contribuito a formare l’identità di noi genovesi e una figura che, tra mito e realtà, rappresenta la nostra essenza: un popolo resiliente e superbo, in grado di rispondere con forza e coraggio alle grandi sfide. Ai tempi del Balilla gli austriaci, oggi il Covid e tutto ciò che ne deriva. Impariamo dal passato per poter affrontare il presente e futuro. Sono contenta di come si sia lavorato in questi anni affinché questa giornata venisse valorizzata per farla diventare, proprio come il Balilla, sempre più un momento di ricordo di valori e di identità del quale andare fieri per tutti i genovesi".

"Il gesto e la figura del Balilla – ha aggiunto il presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù – hanno permeato la cultura italiana e non solo quella genovese ed è menzionato anche nella quarta strofa del nostro inno nazionale, quel Canto degli italiani di Goffredo Mameli del quale tutti noi dovremmo conoscere non solo la parte più famosa. Il Balilla deve essere ricordato e il suo gesto deve continuare a ricordarci chi siamo e cosa possiamo fare nei momenti di crisi".