Genova: l’ardua ricerca d’un candidato di centrosinistra
di Paolo Lingua
L’area politica del centrosinistra sembra sempre al punto di partenza. Non sembra proprio facile trovare un candidato di coalizione che punti a fare il sindaco di Genova. I partiti della possibile o comunque praticabile coalizione non riescono a stringere, ma non hanno neppure le idee molto chiare: il centrosinistra ha messo insieme una serie di sconfitte elettorali nel corso degli ultimi cinque-sei anni, con la sola eccezione della rivincita – pochi mesi fa – a Savona. Ma gli spazi appaiono sempre stretti: forse alla Spezia potrebbe essere possibile un recupero, così come a Sarzana. Ma la battaglia contro il centrodestra e contro la candidatura unitaria e indiscussa di marco Bucci appare assai difficile da scalzare, così come stanno le cose. Ma, al di là d’una situazione di forza consolidata che obiettivamente è difficile da rimuovere, le posizioni dei potenziali alleati dello schieramento d’opposizione non sono facilmente omologabili. La forza maggiore, il Pd, ha sostanzialmente contenuti diversi (più di quanto non appaia) rispetto al M5s e alle frange dell’estrema sinistra. Ci sono molti punti nei quali, al di là delle differenze nazionali (fisco, reddito di cittadinanza, politica estera, ecc.), emergono differenze anche rispetto alla politica locale, dal porto all’industria o ai nuovi investimenti di comunicazione e di infrastrutture, che rendono non agevole l’alleanza. Inoltre il Pd ha sempre pensato, anche senza avere un candidato preciso, magari di peso politico, non importa se proveniente dalla partecipazione attiva. Il N5s sogna ancora un candidato esterno “assoluto” , anche privo di esperienza diretta. Alle elezioni regionali, per voler riprendere un esempio vistoso, la linea dei “grillini” è stata fatta propria – ma non si è capito mai bene perché - dai vertici nazionali del Pd (forse per tenere Genova ridimensionata all’interno dei partito a livello regionale) con l’esito che poi si è potuto verificare. Il centrosinistra, alle regionali del 2020 ha subito la più dura sconfitta della sua storia in Liguria a partire dal dopoguerra. In questa chiave si ha la sensazione che il Pd, per Palazzo Tursi, non intenda seguire il medesimo percorso. Tra l’altro l’alleanza con il gruppo di Sansa e con l’estrema sinistra potrebbe, al di là d’una quasi certa sconfitta, far perdere consensi specifici al Pd. Mentre un Pd che corre da solo, pur nel contesto d’una battaglia persa potrebbe 9ingrossare le sue fila. Partit9o sconfitto ma nettamente più forte, magari in grado di correre non senza chances in un contesto del tutto differente per le elezioni politiche. D’altro canto il M5s e i partitini dell’strema sinistra sono indietro nei sondaggi. Inoltre non diminuisce la confusione nell’area di centro dove si nuovo no a zig zag Italia Viva e tutti i piccoli partiti dell’area, dove anche la stessa Forza Italia non riesce più a pescare. Inoltre appare un po’ confusionale l’andirivieni dei renziani nei confronti del movimento di Giovanni Toti, a sua volta ondeggiante a livello locale e a livello nazionale. Resta però chiaro che sia Toti, sia Forza Italia saranno schierati saldamente con Bucci e questo rende forte l’alleanza al punto tale che qualcuno, nei giorni scorsi, ha detto che i renziani alla fin dei conti non servono per vincere. Gli stessi renziani hanno però difficoltà invalicabili a tornare vicini al Pd considerato il loro scontro insuperabile con il M5s. E allora? Si punterà a una indicazione alla cieca con il voto della base? E’ una soluzione poca gradita dai vertici. Resta il fatto che non è facile trovare una personalità, forte politicamente e anche forte verso l’opinione pubblica per il suo ruolo sociale e professionale. E allora? In questa vigilia di Natale tormenta dalla pandemia non è facile trovare soluzioni credibili. Anche perché nella ,società civile la politica – in tutte le direzioni – è sempre meno attrattiva.
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