Genova, l'accusa del sindacato Calp; "Ecco le foto delle armi sulla nave saudita"

di Redazione

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Continua la presa di posizione contro il transito della "Bahri Heddah". "Carri americani e container sul ponte pieni di munizioni ed esplosivi"

Genova, l'accusa del sindacato Calp; "Ecco le foto delle armi sulla nave saudita"

Questa volta ci sono anche le fotografie scattate dal Calp nelle stive a documentare visivamente gli armamenti nella Bahri Jeddah, una delle navi della flotta saudita che ogni mese fanno sosta nel porto di Genova cariche di armamenti e da cui tre anni fa è cominciata la battaglia dei portuali genovesi del Calp contro il transito di quelle che vengono definite 'le navi della morte'.

E ancora una volta, come dimostra il Calp con le foto scattate da alcune lavoratori, la Jeddah ha a bordo armi e munizioni, in particolare "carri M1 Abrams già armati, prodotti in USA" spiegano i portuali in una nota.

Inoltre, denuncia il Calp "sul ponte della stessa nave viaggiano in bella vista container pieni di munizioni e esplosivi".

Solo dieci giorni fa a Genova si era tenuta una manifestazione dove i portuali del Calp hanno marciato accanto ai vescovi di Savona Calogero Marino e di Genova Marco Tasca, alle associazioni cattoliche e ai movimenti pacifisti per chiedere all'autorità portuale trasparenza sul transito di questo tipo di navi nel rispetto delle leggi internazionali in materia di armi e della sicurezza dei lavoratori del porto.

Anche oggi i portuali del Calp denunciano "l'assenza di controlli da parte delle autorità competenti".

"Il presidente del porto Signorini - sottolineano - non ha degnato di una risposta né la società civile e nemmeno i vescovi di Genova e Savona" mentre "gli unici controlli in porto sono diretti contro i lavoratori ai quali viene impedito di verificare la presenza e la destinazione di armi che essi non vogliono contribuire a fare circolare nel mondo, coscienti delle sofferenze e delle distruzioni che esse arrecano ai popoli già sfruttati dalle stesse potenze geopolitiche che quelle stesse armi producono e sulle quali lucrano".