Genova, il Pd deposita in consiglio comunale una mozione a difesa dell'aborto

di Redazione

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Il centrosinistra locale preoccupato per i primi disegni di legge del nuovo governo Meloni

Genova, il Pd deposita in consiglio comunale una mozione a difesa dell'aborto

"Il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza va difeso e ne va garantito l'accesso". Così si è espresso Simone d'Angelo, Segretario e Capogruppo PD a Genova, preoccupato insieme al resto del suo partito sui posssibili disegni di legge del nuovo governo Meloni. Secondo l'esponente dem, il modello sui diritti non deve certo essere rappresentato da paesi come Polonia e Ungheria, come invece pare trasparire dai primi giorni di questa nuova legislatura. Anche la portavoce delle Donne Democratiche, e Vicesegretaria PD Katia Piccardo si reputa delusa per dover difendere ancora nel 2022 il diritto di autodeterminazione della donna, "elemento che consideriamo un principio fondamentale e imprescindibile della nostra società".

Nella giornata di insediamento del nuovo Senato, Maurizio Gasparri ha infatti depositato tre disegni di legge riguardanti alcuni articoli del Codice Civile, che pur non intervenendo direttamente sulla Legge 194 (che regolamenta dal 22 maggio 1978 l'interruzione volontaria di gravidanza) rappresentano secondo il centrosinistra della Superba un attacco al diritto delle donne di decidere sul proprio corpo, come dimostra il disegno di legge sul riconoscimento della capacità giuridica al concepito, oggi condizione subordinata alla nascita.  

Nella mozione numero 86 il PD mostra tutta la sua incredulità per quanto avvenuto negli USA con la decisione della Corte Suprema di rovesciare la famosa sentenza Roe vs Wade del 1973 che aveva legalizzato l'aborto, e promuove invece l'atteggiamento del Parlamento Europeo che desidera inserire il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell'UE, diminuendo il rischio di procedure clandestine non sicure. La situazione secondo il PD è ancora preoccupante in Italia, con il 67% di ginecologi, il 43% di anestesisti e il 37% del personale non medico che si dicharano obiettori di coscienza, con il 37% delle strutture con reparti di ostetricia/ginecologia che non effettua l'IVG. Il centrosinistra ligure vuole quindi che, come nella Regione Lazio, si emettano bandi per l'assunzione negli ospedali e nei centri accreditati di una quota minima di medici e personale sanitario non obiettori.