Genova, flash mob davanti al tribunale per ricordare suicidi nelle carceri italiane

di Redazione

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Tra i partecipanti, oltre ad avvocati, presenti anche i genitori di Alice Scagni

Genova, flash mob davanti al tribunale per ricordare suicidi nelle carceri italiane

Trentuno cartelli con i nomi di persone che da inizio anno si sono tolti la vita nelle carceri italiane. Il flash mob, organizzato dal garante comunale e quello regionale dei diritti dei detenuti, è andato in scena davanti al palazzo di giustizia di Genova. Due di queste morti sono avvenute in Liguria. Alla manifestazione hanno partecipato avvocati, dipendenti del tribunale e cittadini, oltre ai genitori di Alice e Alberto Scagni. "Dobbiamo fare qualcosa per cambiare - spiega il garante regionale Doriano Saracino - perché in carcere ci si suicida venti volte in più che nella società libera. C'è un problema di sovraffollamento delle carceri, siamo tornati ai numeri di quando ci ha condannati l'Europa. Bisogna migliorare la vita nelle case circondariale". Una soluzione "è quella di rendere il carcere più vivibile - sottolinea il garante comunale Stefano Sambugaro - anche con attività da svolgere dentro la casa circondariale. Sono soltanto il 30 per cento dei detenuti che fa qualcosa, gli altri invece nulla. E poi bisogna dare una prospettiva sul dopo: i suicidi in cella sono proprio lo specchio della mancanza di prospettiva". E' necessario, l'appello della conferenza dei garanti, "riempire di senso nil tempo della detenzione, offrendo attività trattamentali (culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari devono essere potenziate anche con l'aumento dei colloqui, delle telefonate e delle videochiamate". Il numero di suicidi preoccupa. "Con questi numeri - conclude Sambugaro - rischiamo di superare il triste record del 2022 quando i suicidi furono 84. Si potrebbe arrivare a 100 se non si interviene". Saracino ha anche ricordato le aggressioni e i suicidi pure tra gli agenti penitenziari. "Il carcere così come è oggi è un posto dove si vive male e dove si lavora male".