Genova: Biasotti rifiuta patteggiamento e affronta processo per frode fiscale
di Redazione
L'ex senatore ed ex presidente della Regione Liguria al centro di una inchiesta sulla sua rete di concessionarie automobilistiche
L'ex parlamentare ed ex presidente della Regione Liguria Sandro Biasotti ha rifiutato la proposta di patteggiamento e quindi affronta il processo, per l'automatico rinvio a giudizio conseguente al suo diniego, per una inchiesta della procura di Genova sulla rete di concessionarie e una presunta frode fiscale.
"Quasi 5 anni fa fu fatto un blitz della guardia di finanza presso le mie concessionarie - si legge in una nota di Biasotti - dove venivamo accusati di frode carosello con evasione di Iva per circa 10 milioni. Dopo lunghissime indagini, il pubblico ministero ha dovuto prendere atto della mia totale estraneità a qualsiasi addebito di frode fiscale così come quella della mia società Biasotti Group".
"Però dopo centinaia di intercettazioni ed indagini, il pm - continua l'ex senatore - mi aveva accusato di false comunicazioni sociali insieme ad altre 4 persone. Pochi giorni fa lo stesso pm ha ritenuto di derubricare per tutti il falso in bilancio considerandolo come un fatto lieve. Quindi ha proposto un allettante patteggiamento. Tutti hanno accettato ma io a differenza degli altri, pur ringraziandolo, considerando i mie 50 anni di imprenditore e 20 di politica, tuttora immacolati, non accetto, rifiuto l'offerta e vado avanti, nella certezza che la mia completa estraneità ai fatti emergerà nel prossimo processo".
In udienza hanno invece patteggiato Marco Utili (3 mesi e d10 giorni convertiti in 15 mila euro di multa), Luca Trombetti, Carlo Mandich e Antonio Barba. Barba ha patteggiato sei mesi con pena sospesa convertiti in 10 mila euro mentre Mandich cinque mesi pena sospesa convertiti in 10 mila euro . Per il sostituto procuratore Giancarlo Vona e l'aggiunto Francesco Pinto, l'ex senatore avrebbe truccato e 'abbellito', nel 2017 e 2018, i bilanci della societa' 'Biasotti Group Srl', di cui l'ex presidente della Regione era consigliere di amministrazione.
Utili, il presidente del cda Antonio Barba e gli altri consiglieri Carlo Mandich e Luca Tombetti avrebbero omesso "fatti materiali rilevanti, la cui comunicazione è imposta dalla legge, sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore".
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