Genoa versione Blessin: un incubo. I nuovi non fanno la differenza, ma Gila non scarica la squadra

di Gessi Adamoli

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Genoa versione Blessin: un incubo. I nuovi non fanno la differenza, ma Gila non scarica la squadra

Un incubo: è tornato Blessin! Purtroppo, però, non è un brutto sogno. Il problema non è la prima sconfitta nelle otto partite della gestione Gilardino, ma un'involuzione a livello di gioco, iniziata già nella partita col Venezia, che ha portato il Genoa ad uscire da Parma senza aver effettuato nemmeno un tiro nello specchio della porta. Nessun movimento senza palla, nessuna sovrapposizione sulle fasce, nessuno che salti l'uomo e crei situazione di superiorità numerica, un'infinità di sterili passaggetti in orizzontale: insomma, quanto di peggio si era visto quando in panchina c'era il profeta del gegenpressing. L'unica differenza è nello stile con il quale i due allenatori si sono presentati in conferenza stampa. Dopo Perugia, Blessin aveva scaricato tutte le colpe sulla squadra: “I miei giocatori sembrano dei dilettanti”. Gilardino invece si è assunto tutte le responsabilità: “La colpa è solo mia. Ho sbagliato a preparare la partita, evidentemente non sono riuscito a trasmettere ai miei giocatori quello che volevo da loro me”.

Nonostante la sconfitta il Genoa resta secondo, ma se la Reggina è in piena crisi (tre sconfitte nelle ultime quattro partite), si stanno pericolosamente rifacendo sotto squadre importanti come Palermo e Parma che sembravano tagliate fuori dalla possibilità di centrare la promozione senza passare dalla roulette russa dei play off (su sei squadre ne sopravviverà solo una). E in corsa resta sempre anche il Cagliari, anche se Ranieri non ha portato quel cambio di passo che il presidente Giulini si sarebbe augurato.

Inevitabile, dopo la sconfitta di Parma, chiedersi se sia stata sfruttata al meglio l'opportunità di un mercato che avrebbe consentito di mettere un paio di tasselli determinanti. Sono arrivati cinque giocatori (Haps, Criscito, Maturro, Salcedo e Dragus), ma chi tra loro è in grado di fare davvero la differenza? Lasagna era il giocatore che poteva spostare davvero gli equilibri. “La colpa è nostra se la trattativa non è andata in porto, loro ci hanno effettivamente provato sino all'ultimo”, ammette Francesco Marroccu, direttore generale del Verona ed ex Genoa. Il club era disposto a pagare al Verona il valore di ammortamento, dunque più del prezzo di mercato. “Noi – spiega Marroccu – se l'avessimo ceduto al reale valore commerciale attuale avremmo realizzato una minusvalenza che a bilancio non ci saremmo potuti permettere”. Ma a fare saltare l'affare è saltato l'improvviso dietrofront della Salernitana. Non ha più ceduto Bonazzoli al Verona che a quel punto si è visto costretto a bloccare il trasferimento di Lasagna.

Il velocissimo attaccante del Verona avrebbe potuto fare la differenza, anche perché come caratteristiche sarebbe stato la spalla ideale di Coda ed eventualmente anche di Puscas. Ma c'erano anche altre soluzioni, per esempio Joao Pedro e Caprari). Certo tutti giocatori dai costi importanti, ma la serie A, proprio come ribadito più volte dai 777, ha un valore inestimabile economico ed anche sportivo. Per definire la trattativa che poteva dare al Genoa una spinta in più verso la seria A era importante non ridursi all'ultimo giorno, anche perché in questo modo si sono chiuse le porte a tutte le possibili soluzioni alternative. Resta allora da capire se le due famose anime della società siano riuscite a trovare una linea condivisa. Ed è significativo che Blessin, dopo l'intervista al quotidiano tedesco T-online (“il presidente voleva un allenatore italiano, ha costantemente esercitato pressioni e spingeva per cambiare allenatore”), non sia ancora stato multato. La libertà di pensiero ed espressione è un fondamento imprescindibile della società civile, ma in una società di calcio non funziona così. Un tesserato prima di rilasciare dichiarazioni deve chiedere l'autorizzazione e non ci sono precedenti di un allenatore che abbia sparato a zero sul proprio presidente senza conseguenze. “Ha semplice detto ciò che sentiva”, ha tagliato corto Spors, il suo pigmalione.