Genoa: una notte indimenticabile, una notte da Grifo
di Gessi Adamoli
Una notte indimenticabile, una notte da Grifo. Ha ragione il presidente Zangrillo quando dice che, fatte ovviamente le debite proporzioni, il finale di venerdì di Genoa - Juventus ha ricordato quello tra Real Madrid e Manchester City. E' successo di tutto e di più, il Genoa a tre minuti dalla fine era ancora sotto di un gol e la Juve, proprio come il City, ha fallito almeno un paio di clamorosi match ball che gli erano stati stati concessi da una squadra ormai tutta sbilanciata in avanti. E' stata anche la notte di Criscito al quale il destino, che evidentemente si sentiva in colpa per cosa gli aveva combinato appena sei giorni prima, ha dato immediatamente la possibilità di togliersi quel macigno dallo stomaco. Stessa porta, stesso pallone che pesava un quintale e anche stesso minuto, ma questa volta Mimmo ha cambiato angolo tornando a quello alla sinistra del portiere, il suo preferito.
Era dai tempi del gol di Skuhravy all'Oviedo che a Marassi non si sentiva un boato così. Erano tutti impazziti: Criscito, i compagni, lo staff tecnico, la gente sugli spalti. Ha colpito soprattutto la gioia irrefrenabile di chi non gioca mai. Masiello, ormai si sa, è il capo della torcida ma anche un insospettabile Hernani, al momento dell'assegnazione del calcio di rigore, saltava come un grillo senza riuscire a fermarsi. Evidentemente Blessin ha fatto un eccellente lavoro a livello di spogliatoio, ma anche sul campo i risultati sono dalla sua parte, tenendo conto della qualità dei giocatori che compongono la rosa, ma soprattutto se si pensa a come era ridotta la squadra quando gli venne affidata dopo la disfatta di Firenze, al punto che era convinzione generale che il campionato del Genoa sarebbe mestamente finito già a marzo. Qualche tempo fa, in questa rubrica, ho definito come una sorta di accanimento terapeutico i sette pareggi di Blessin nelle sue prime sette partite alla guida del Genoa. E, invece, a 180 minuti dalla fine del campionato c'è ancora una speranza. Certo, ora bisogna vincere a Napoli e poi nel caso battere anche il Bologna. E si tratta, soprattutto nel primo caso, di un'impresa quasi titanica.
Ai soliti complottisti, quelli che dopo la vittoria in rimonta sulla Juventus hanno avanzato dubbi e perplessità, ignorando che il bello del calcio sta proprio nella sua irrazionalità (chissà cosa avrebbero detto di quel folle Italia-Germania 4 a 3, ma fortunatamente allora non esistevano ed era sicuramente un mondo migliore), non vale nemmeno la pena di rispondere. Ci sarebbe da chiedergli se hanno visto Vlahovic, al momento della sostituzione, uscire dal campo incavolato nero per essere arrivato alla terza partita di fila senza segnare e la sua rabbia l'aveva sfogata poco prima prendendo a calci un cartellone pubblicitario. Un'altra domanda sarebbe trovare una spiegazione del perché un emergente come Kean dovrebbe fare la figura del peracottaro, divorandosi un paio di gol fatti, uno praticamente a porta vuota col solo fragile Gudmundsson a fare da scudo alla rete sguarnita. Guarda caso, poi, sono gli stessi che con sarcasmo definivano degli sprovveduti i 777 perché non sapevano come muoversi sott'acqua. Si mettano allora una buona volta d'accordo con loro stessi.
Il Genoa è molto probabile che possa retrocedere lo stesso, ma in questa stagione così complicata ha ritrovato un patrimonio fondamentale: la sua gente. Erano anni che non c'era una Nord così carica, entusiasta e partecipe. Cassano l'ha definita “assatana”. L'arbitro Sozza, quando venerdì al Var si è accorto di aver preso un abbaglio e che non era rigore per la Juve, per prima cosa non si è rivolto ai giocatori in campo ma alla gradinata per mimare con le dita che “no, il rigore non c'è”. E non serve Freud a spiegare perché.
Si è creata un'alchimia speciale tra dirigenza, squadra e tifosi, dopo anni in cui in cui società e tifosi sono stati sempre più distanti. Questa ritrovata unità di intenti è una ricchezza. Una forza che non dovrà essere dispersa a prescindere dal campionato in cui giocherà il Genoa la prossima stagione.
Intanto il club rossoblù ha ottenuto finalmente la licenza Uefa e questo tranquillizza sulle condizioni di salute della società. Se poi San Gennaro dovesse fare il miracolo...
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