Genoa, problema corsie esterne e il sacrificio di Aramu e Gudmundsson: ma Gilardino si prende il secondo posto

di Gessi Adamoli

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Genoa, problema corsie esterne e il sacrificio di Aramu e Gudmundsson: ma Gilardino si prende il secondo posto
Il Grifone vola primo in classifica con Bresh ed il suo “Guasto d'amore” e, per quanto riguarda il campo, è secondo da solo in un campionato complicato come quello di serie B dove cadono Reggina e Bari e dove è addirittura fuori dai play off il Parma che sulla carta ha forse l'organico più qualitativo del campionato cadetto. Giocatori come Vazquez (140 presenze nel Siviglia), l'ex Ansaldi, Dennis Man e Mihaila sono decisamente fuori categoria. Proprio la squadra emiliana sarà il prossimo avversario del Genoa, una trasferta difficilissima, ma la strada imboccata da Gilardino sembra quella giusta nonostante col Pisa il primo tempo sia stato decisamente sottotono.
 
Gilardino, non avendo avuto il precampionato a disposizione, certe situazioni ha modo di testarle unicamente in campionato o in Coppa Italia come a Roma quando ha avuto conferma che il futuro della squadra non poteva prescindere dalla difesa a tre. Ha provato a far convivere Badelj, che è l'unico regista di ruolo in rosa, e Strootman che però in questo momento vanno troppo piano (soprattutto il croato) per poter pensare ad utilizzarli in coppia. L'unico modo per farli giocare assieme era passare al 3-5-2 con un altro esperimento quello di Coda e Puscas in campo dall'inizio. In questo modo si è però precluso la possibilità di ricorrere a quel jolly che gli aveva fatto vincere sia la partita col Venezia che quella di Benevento ovvero sostituire in corsa il centravanti titolare e buttare nella mischia quello rimasto in panchina che risulterà poi l'uomo del match (Coda col Venezia e Puscas a Benevento). “Si possono schierare contemporaneamente due attaccanti d'area di rigore – ha sottolineato Skuhravy domenica sera a We are Genoa – ma devi rifornirli con continui cross dalla fasce. Allo Sparta Praga, prima di venire in Italia, giocavo insieme ad un attaccante che aveva la mia stessa struttura fisica. E insieme abbiamo fatto valanghe di gol, però in area piovevano cross a raffica”.
 
E' l'annoso problema di inizio stagione: il Genoa sulle corsie esterne è praticamente inesistente. Tra l'altro il 3-5-2 impone giocatori che coprano l'intera fascia. Compito in questo momento improponibile per l'involutissimo Hefti, ma anche per Criscito che a 36 anni compiuti conserva sempre un piede mancino educatissimo ma al quale non si può certo chiedere di andare su e giù come quando era un giovanotto.
 
Gilardino, che, come avevamo visto anche in passato, le partite le sa leggere lucidamente, ha corretto in corsa l'assetto tattico della sua squadra e il Genoa ha cominciato a prendere campo anche prima che il Pisa rimanesse in dieci. Il sacrificio iniziale di Gudmundsson, pur riconoscendo al Gila l'apprezzabile tentativo di far sentire tutti titolari e avere così un gruppo di 16-17 giocatori sempre sulla corda, è stato forzato. E' l'unico in grado di sparigliare, saltando l'uomo e creando una situazione di superiorità numerica. Difficile rinunciare ad un giocatore così, al punto che si era addirittura sparsa la voce (infondata) che avevo un attacco febbrile alla vigilia della partita. E anche Aramu, pur nella sua discontinuità, ha un sinistro prezioso, se non altro calcia corner e punizioni come da manuale. Quando si è trattato di togliere uno dei due centravanti, Gilardino ha sacrificato Puscas, ma Coda davvero non era in giornata e nel finale ha indispettito tutti (compagni compresi) calciando da tutte le posizione e non prendendo mai la porta.
 
Sulla classifica del Genoa, come sappiamo pende la spada di Damocle di una possibile penalizzazione. Due punti? Un punto? O soltanto una forte multa come nella convinzione del club rossoblù? Il Genoa ha presentato un piano di ristrutturazione del debito secondo una legge recentissima (è stata pubblica sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 luglio) ed è in attesa che il Tribunale omologhi il percorso indicato dalla società rossoblù. Nel caso dovesse accettato, poi è complicato che una giustizia domestica come quella della Figc si possa sostituire a quella dello Stato. Il problema di fondo è però un altro. La Federazione era al corrente della strategia del Genoa e non ha mai mosso obiezioni, poi però, all'improvviso, qualcuno ha fatto avere ad un quotidiano sportivo carte che avrebbe dovuto essere secretate. E in società hanno parecchi sospetti su chi sia stato il mandante. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca..