Genoa, nessun miracolo: da Gilardino lucidità e motivazione

di Gessi Adamoli

3 min, 34 sec
Genoa, nessun miracolo: da Gilardino lucidità e motivazione
Che Alberto Gilardino in due giorni non potesse fare il miracolo di dare idee e organizzazione ad una squadra che la via del gioco l'aveva smarrita da tempo era scontato. E infatti i primi quarantacinque minuti della partita contro il Sudtirol sono stati nel segno della continuità con un inutile giro palla, il possesso nel primo tempo è stato addirittura dell'83 per cento e non ha prodotto nemmeno un tiro in porta. Certamente non era però facile trovare spazi contro la squadra più catenacciara del campionato: due linee, quella dei difensori e quella dei centrocampisti, praticamente una a ridosso dell'altra e in quel traffico non era semplice districarsi. Sarà stato per la maglia bianca col bordino rosso, ma sembrava di essere tornati a 70 anni fa e al leggendario Padova di Nereo Rocco.
 
Rispetto alle ultime penose prestazione questa volta però il Genoa ha avuto dalla sua una motivazione maggiore e un allenatore che in panchina è lucido e sa leggere la partita. Si era capito già dal riscaldamento che i giocatori avevano un altro piglio. Quando sono sbucati dallo spogliatoio hanno trovato dieci palloni in fila, uno a testa, posizionati in mezzo al campo e sono andati a prenderseli con una determinazione che lasciava ben sperare. In testa al gruppo c'era Aramu che poi sarà il grande protagonista della giornata. Gilardino aveva centrato il primo obiettivo: portare nella squadra una ventata di freschezza, ridare serenità ad un gruppo incupito e preoccupato. Perché, si sia chiaro, nessun professionista ha mai giocato e mai giocherà contro il suo allenatore, ma è inevitabile che quando si fa un qualcosa in cui da tempo si è smesso di credere la strada è tutta in salita.
 
Per quanto riguarda il rapporto di Blessin con lo spogliatoio nei giorni scorsi un tweet di Marchetti è servito a capire tante cose. Qualcuno ha criticato l'ex portiere rossoblù paragonandolo a Maramaldo. “Tu uccidi un uomo morto”. Ben venga invece chi squarci quel velo di omertà ricorrente in un ambiente ormai fatto unicamente di dichiarazioni di circostanza e frasi fatte. Una premessa è doverosa, Marchetti non ha praticamente mai giocato (8 presenze in quattro campionati) eppure non ha avuto problemi con nessun allenatore (Andreazzoli, Thiago Motta, Nicola, Ballardini) al punto che l'iniziale contratto di tre anni gli è stato addirittura allungato perché considerato un elemento positivo per il gruppo. Con Blessin è finito fuori rosa. Del resto ai margini erano anche stati messi Criscito, Pandev e Masiello. Al di là di scelte tecniche discutibili, c'è stato poco rispetto per le persone ed è normale che lo spogliatoio non la prenda bene. Del resto il il massimo lo si è raggiunto quando, nel dopo partita di Perugia, per due volte i proprio giocatori sono stati etichettati da Blessin come “dilettanti”. A proposito di Criscito, che è stato compagno di Gilardino in Nazionale (nel Genoa invece non si sono mai incrociati), è possibile che, andato via il suo grande nemico, già nei prossimi giorni firmi il contatto col Genoa e si metta a disposizione.
 
Gilardino, che era inizialmente partito col 4-3-3, si è poi giocato la carta Puscas. E proprio il centravanti rumeno ha segnato il gol che ha sbloccato il risultato. Fortuna? Forse. Ma è anche vero che la buona sorte bisogna andarsela a cercare e contro il muro del Sudtirol l'unica soluzione era riempire l'area di rigore e così quella palla vagante, dopo la respinta del portiere Poluzzi, è capitata sui piedi di Puscas. Ma Gilardino ha azzeccato anche tutti gli altri cambi. Ha avvicendato al momento giusto Strootman, perché è normale centellinarlo soprattutto quando ci sono da giocare tre partite in una settimana. E persino Yeboah ha dato il suo contributo (assist per Aramu).
 
Perfino Wikipedia indica Gilardino come allenatore ad interim che tradotto letteralmente dal latino sta per “nel frattempo”. Però, nel frattempo, possono succedere molto cose e allora sarà il caso di riparlarne nella sosta natalizia, dopo che il Genoa avrà giocato a Ascoli, in casa col Frosinone e a Bari. Quando Gilardino avrà potuto lavorare oltre che sulle motivazioni anche sull'aspetto tattico.
 
(foto Facebook Genoa Cfc)