Genoa, l'opera di Blessin è una grande incompiuta

di Gessi Adamoli

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Il tecnico ha fatto un lavoro eccellente, la squadra è più equilibrata di altre, ma manca il gol. Un altro pari contro Gasperini? Sarebbe straordinario, ma servirebbe a poco

Genoa, l'opera di Blessin è una grande incompiuta
Dopo il sesto pareggio nelle sei partite della gestione Blessin non resta che aggrapparsi alla matematica. Le speranze di salvezza sono sempre più ridotte al lumicino ed è un vero peccato perché le controcorrenti dirette non solo si sono messe ad andare molto piano (Salernitana, Venezia, Cagliari, Spezia e Sampdoria hanno tutte perso) ma, oltre a giocare un calcio meno organizzato e intenso rispetto a quello del Genoa, dimostrano anche una condizione psicofisica tutt'altro che ottimale.
 
Sì, perchè Blessin ha fatto un lavoro eccellente. Ad una squadra allo sbando ha ridato un idea di gioco e una straordinaria carica agonistica. Insomma, il Genoa ha di nuovo un'anima. Ma l'opera di Blessin è una grande incompiuta: manca il gol. Soltanto due in sei partite (Destro alla Salernitana ed Ekuban al Venezia). E' la coperta ad essere corta. Per coprire meglio il campo e proteggere la difesa, Blessin gioca con una punta soltanto. Così ha certamente blindato il reparto arretrato, ma attaccare l'area di rigore avversaria con così pochi giocatori (uno, qualche volte due, raramente tre) inevitabilmente riduce al minimo le possibilità di fare gol e di conseguenza di vincere le partite.
Il 4-2-3-1 made in Blessin presupporrebbe un trequartista ispirato (Melegoni fa quello che può e Amiri è ancora lontano dalla migliore condizione) e due esterni d'attacco pronti a tagliare in area. E soprattutto là davanti un bomber di razza. Ma Destro, famoso per essere uno degli attaccanti più discontinui del campionato italiano, è in uno di quei suoi momenti dannatamente no. Quanto a Yeboah è abilissimo a spizzare di testa la palla per un compagno che però non c'è, prevedendo il modulo del Genoa lui come unico terminale offensivo. Insomma, dà l'impressione di essere un attaccante più adatto a fare da spalla che non da prima punta. E siccome storicamente il Genoa e la buona sorte raramente vanno a braccetto Ekuban, che si era finalmente sbloccato, e Piccoli sono fermi a box per problemi muscolari.
 
Punte, mezze punte, puntine da disegno: per usare una delle frasi storiche di Nicolò Carosio. Con queste premesse fare gol per il Genoa diventa un'impresa. Forse, nel finale della partita con l'Empoli, Blessin poteva azzardare qualcosa e far giocare insieme Destro e Yeboah, ma questo avrebbe significato abbandonare il collaudato 4-3-3 con tutti i rischi del caso. E alla lunga diventa anche fastidioso sentire pontificare i teorici dell'“io l'avevo detto” sul fatto che a gennaio andava acquistata una punta importante. Già, perché senza il prezioso suggerimento (senza per altro indicare chi avrebbe potuto risolvere i problemi offensivi del Genoa) Wander, Blazqeuz e Spors non ci sarebbero mai arrivati da soli. Ma quando termini il girone d'andata a 11 punti e con un distacco sensibile dalla zona salvezza, fare mercato diventa poi estremamente difficile. E' stata incassata una serie impressionante di no, per non parlare poi quelli relativi agli attaccanti anche perché, si sa, chi fa gol è merce rara.
 
Contro l'Empoli il Genoa ha comunque dimostrato di essere ancora vivo. A proposito della squadra toscana, va segnalato come, dopo un periodo in cui sembrava aver smarrito la giusta concentrazione, sia tornata sul pezzo, giocando con estrema determinazione. Stojanovic, il suo laterale destro, è stato indisponente nell'impiegare almeno trenta secondi per battere ogni rimessa laterale. Mezzucci che non dovrebbero far parte del bagaglio di un tecnico come Andreazzoli, che è considerato un maestro che insegna calcio. “Siamo stati costretti ad essere pratici e non belli. Non solo abbiamo rinunciato alla cravatta, ma abbiamo anche rimboccato le maniche della camicia”, ha onestamente ammesso il tecnico toscano a fine partita.
 
Quanto all'arbitro Aureliano non solo non ha richiamato Stojanovic (e nemmeno il portiere Vicario protagonista di autentiche sceneggiate ogni volta che doveva rinviare dal fondo), ma addirittura se l'è presa con Sturaro quando gli ha chiesto di sollecitare il giocatore dell'Empoli a riprendere il gioco. Il Genoa ha anche reclamato un rigore. La trattenuta di Luperto ai danni di Portanova era certamente meno vigorosa rispetto a quella, per altro ugualmente ignorata, di Dragusin su Destro in occasione della partita con la Salernitana, ma c'era ed il regolamento va applicato e non interpretato.
 
Domenica il Genoa va a far visita all'Atalanta di Gasperini. L'ennesimo pareggio sarebbe un risultato straordinario. Però rischierebbe comunque di non servire. Perché arrivati a questi punti occorre solo vincere. E sperare.