Genoa, capolinea Blessin: ci si poteva pensare prima. Ora il sostituto non lo scelga Spors
di Gessi Adamoli
Com'era facile prevedere Perugia ha rappresentato il capolinea per Alexander Blessin: sarà sollevato, con colpevole ritardo, da un incarico per il quale già da tempo si era dimostrato inadeguato. Non c'era bisogno di passare sotto le forche caudine di una sconfitta contro l'ultima in classifica per avere la conferma che non fosse l'uomo giusto al posto giusto. Una squadra costruita per vincere il campionato è stata battuta dal vecchio calcio di provincia di un mestierante come Castori che a fine partita ha anche ringraziato il rivale per avergli steso il tappeto rosso. “Siamo stati bravi, ma il Genoa ci ha agevolato lasciandoci tanti spazi”.
La sconfitta di Perugia era praticamente scontata, le dinamiche del calcio in certe situazioni sono sempre uguali. Ed era inevitabile che il risultato del campo non fosse quello che i valori tecnici delle due squadre dovrebbero esprimere quando tra l'allenatore e i giocatori c'è uno scollamento totale, al punto che Blessin già da qualche partita seguiva le partite immobile come una statua di sale perché evidentemente non riusciva più a comunicare con la squadra.
Viene da chiedersi se si doveva arrivare a questi punti. Possibile non percepire prima (e dunque porvi rimedio senza perdere settimane preziose) che tra Blessin e lo spogliatoio la frattura fosse insanabile? Si sarebbe così evitato un tristissimo epilogo che, oltre alla sconfitta contro il fanalino di coda della serie B, ha visto anche l'allenatore in sala stampa definire (per due volte) “dilettanti” i suoi giocatori. Ovviamente Coda e compagni non l'hanno presa bene e all'aeroporto di Perugia, al momento di salire sul charter per rientrare a Genova, ci sono stati momenti di grande tensione.
Ha sfiorato l'arroganza l'ostinazione con la quale Spors ha protetto sino all'ultimo Blessin, ma forse più che l'uomo e l'allenatore ha cercato di difendere la sua ennesima scelta sbagliata. E il soldato Alexander, come debito di riconoscenza per essere stato catapultato, con un pedigree modesto, nella serie A italiana e poi riconfermato nonostante la retrocessione, è affondato giocando la partita decisiva con Yalcin in campo dal primo minuto e poi buttando nella mischia anche Yeboah, due giocatori di Spors che al momento (e sottolineiamo al momento) sono assolutamente impresentabili. Investimenti costosissimi e sbagliati del quale il manager tedesco prima o poi dovrà rendere conto alla proprietà. Per non parlare di Semper, costretto a fare a lungo la panchina a Martinez (prestito dal RB Lipsia con obbligo di riscatto a fine stagione in caso di promozione in serie A), altro giocatore estratto dal cappello a cilindro di Spors.
Ma Blessin è stato difeso a spada tratta anche da una parte di tifoseria (sempre meno partita dopo partita). Una presa di posizione a priori, di fatto dogmatica. Niente autorizzava infatti l'ardore col quale alcuni social si sono schierati a favore di un allenatore dal curriculum anonimo. Dimenticandosi anche un particolare non di poco conto: Blessin non è stato una scelta ma una necessità. Spors come allenatore per il dopo Shevchenko aveva infatti puntato su un altro tedesco Bruno Labbadia. Aveva già il posto sull'aereo prenotato, ma si è tirato indietro dopo la rovinosa sconfitta di Firenze. Quello zero a sei aveva bruciato anche Konko, l'allenatore del settore giovanile buttato allo sbaraglio, e c'erano 24 ore di tempo per trovare un allenatore per il Genoa. Ecco allora spuntare Blessin.
Queste sono ore decisive per cercare il sostituto del tecnico tedesco al quale va comunque riconosciuto di avere accettato lo scorso anno una situazione disperata e di aver quanto meno accompagnato con dignità il Genoa ad una retrocessione inevitabile. Sfumate le candidature di Tedesco, Stellone e Gilardino, sono rimasti in lizza Andreazzoli e il croato (ex Spezia) Bjelica. La speranza è che non scelga Spors...
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