Genoa: all’Olimpico una sconfitta che brucia, ora caccia agli Albert e ai Martinez del domani

di Gessi Adamoli

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Il modello prevede di creare un circolo virtuoso in cui le plusvalenze vengono in buona parte parzialmente reinvestite per creare nuove plusvalenze

Genoa: all’Olimpico una sconfitta che brucia, ora caccia agli Albert e ai Martinez del domani
Il Genoa ha pagato cari dieci minuti di black out. Paradossalmente la squadra di Gilardino, che aveva controllato senza problemi la partita, si è trovata in difficoltà quando è rimasta in superiorità numerica. La Roma è andata all’assalto come un toro ferito, Badelj e compagni si sono chiusi in un’incomprensibile difesa passiva e subire gol è stata una conseguenza inevitabile. Il Genoa aveva un uomo in più, ma sul campo non sembrava. Anzi. E come allora dare torto a Claudio Onofri che a Stadio Goal invocava il passaggio alla difesa a quattro (un difensore in meno ed un giocatore offensivo in più) che avrebbe consentito una migliore distribuzione degli uomini in campo. Mossa che Gilardino ha effettivamente attuato (fuori Vogliacco), ma soltanto dopo che era stato subito il gol.
 
Peccato perché per una volta il campo non era in discesa (ovviamente a favore dei giallorossi) come accade abitualmente. Ricordiamo in questo senso un arbitraggio di Banti che mandò su tutte le furie Gasperini, ma a superarsi fu l’ineffabile Di Bello che non vide un rigore clamoroso di Florenzi di danni di Pandev. La partita dell’Olimpico in chiave futura qualche indicazione l’ha comunque data. Senza Gudmundsson o comunque un giocatore di fantasia che inventi e che sia in grado di saltare l’uomo, la manovra del Genoa è scontata e prevedibile. Altro dato sul quale riflettere sono i troppi gol che il Genoa sta subendo di testa. In un calcio sempre più fisico, De Winter non ha la struttura per fare il difensore centrale. Del resto anche Criscito, a suo tempo, proprio per un problema di chili e massa muscolare dovette abbandonare il cuore l’area di rigore, ma fu comunque protagonista di un eccellente carriera. Quanto a Retegui ha lampi da bomber vero, ma levarlo dall’area di rigore è come togliere un pesce dall’acqua.
 
Fortunatamente quella dell’Olimpico era per il Genoa una contesa dal sapore platonico, avendo da tempo la squadra rossoblù raggiunto l’obiettivo. Evento assai raro essendo i tifosi del Grifone abituati da sempre a convivere con scariche continue di adrenalina per una promozione raggiunta sul filo di lana o salvezze strappate per i capelli all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Insomma, chi ha la fortuna di tifare Genoa ad un finale di stagione così tranquillo non è davvero abituato. E a Gilardino e ai suoi giocatori va dato anche merito di aver giocato ogni partita con grande determinazione e senza regalare niente a nessuno (vedi le vittorie con Cagliari e Sassuolo o il pareggio di San Siro col Milan). Insomma, tutto il contrario del Lecce, che da quando ha raggiunto la salvezza matematica ne ha perse due consecutive in casa, e del Monza che ha da tempo mollato i pappafichi al punto da farsi scavalcare dal Genoa. Ma si sa che in Italia va così.
 
Domenica ci sarà la passerella finale contro il Bologna dell’ex Thiago Motta, genio incompreso al Ferraris. Preziosi che aveva avuto l’intuizione di affidargli la panchina poi non ha avuto la forza di supportarlo e c’è stato addirittura il rischio che venisse sostituito da Diego Lopez. Aveva provato a difenderlo solo il ds Capozucca, ottenendo il risultato di essere a sua volta cacciato. Poi tutta l’attenzione si concentrerà sul calcio mercato. I tifosi del Genoa sono ormai rassegnati a perdere Gudmundsson, ma c’è il rischio di veder partire anche Martinez, portiere europeo per struttura fisica e modo interpretare il ruolo e la cui valutazione ormai sfiora i 30 milioni. Il modello Atalanta prevede di creare un circolo virtuoso in cui le plusvalenze vengono in buona parte parzialmente reinvestite per creare nuove plusvalenze, gli scout rossoblù sono al lavoro da tempo per individuare i Gudmundsson e i Martinez di domani.
 
I dubbi sull’operato dei 777 Partners, che emergono soprattutto a Liegi con una situazione di grande tensione tra i tifosi dello Standard e la proprietà americana, non sembrano riguardare il Genoa dove i risultati sportivi stanno andando oltre più rosea previsione e parallelamente si sta portando avanti un piano di risanamento economico. È però legittimo che i tifosi rossoblù vigilino con la stessa grande attenzione che hanno storicamente riservato a tutte le precedenti proprietà.