Gasp sul tetto d’Europa, porta la Coppa a Bergamo con i jeans della sua Genova

di Gessi Adamoli

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L'allenatore trionfa in Europa League con l'Atalanta e non dimentica il passato rossoblù

Gasp sul tetto d’Europa, porta la Coppa a Bergamo con i jeans della sua Genova
C’è un messaggio subliminale che Gian Piero Gasperini lancia nella notte di Dublino: è in blue jeans nella finale che incorona l’Atalanta regina dell’Europa League. Non era mai successo che andasse in panchina con i pantaloni di tela blu che storicamente erano usati dai camalli del porto di Genova e che esportati negli Stati Uniti sono per l’appunto diventai i mitici ed immarcescibili blu jeans che non passano mai di moda. Traduzione letterale: blu di Genova. Anche Garibaldi sbarcando a Marsala, come molti dei Mille, indossava un paio di quelli che allora erano chiamati “i genovesi” e che sono conservati a Roma all’interno del Museo del Risorgimento al Vittoriale.
 
Gasperini non ha dimenticato quanto Genova ed il Genoa siano stati fondamentali nella sua crescita professionale nelle interviste del dopo partita: “Ho giocato lo stesso calcio e ottenuto risultati importanti anche quando ero al Genoa, ma con l’Atalanta giocando le Coppe ho avuto più visibilità e i complimenti di colleghi di grandissimo valore”. Si riferiva a Guardiola e Klopp, ma ai tempi del Genoa a sbilanciarsi era stato Mourinho, solo pochi mesi dopo che Capello, con tono professionale, l’aveva bacchettato alla Domenica Sportiva: “Gasperini deve imparare in fretta cos’è la serie A”. Evidentemente l’ha imparato.
 
Sarebbe stucchevole nel momento del trionfo del Gasp infierire sull’autolesionismo di Preziosi che, alla fine del campionato 2015-16, gli diede il benservito, con una buonuscita di un milione, pur con ancora un anno di contratto e nonostante i 46 punti e il decimo posto finale nella stagione che seguiva lo choc della mancata partecipazione all’Europa League, a favore della Sampdoria, perché i conti della società non erano in ordine.
 
Il presente e soprattutto il futuro del Genoa si chiama Alberto Gilardino. Gioca un calcio diverso da Gasperini ma ha dentro lo stesso fuoco e questo per i tifosi è una garanzia. Semmai calcisticamente Gilardino ricorda Gigi Simoni, un signore della panchina, un altro allenatore amatissimo dai tifosi rossoblù. Supportato in maniera adeguata dalla società, Gilardino può portare lontano il Genoa.
 
Il suo è un calcio tradizionale, non visionario e trasgressivo come quello del Gasp. Ma in campo va una squadra solida e un gruppo estremamente coeso. E domani, battendo il Bologna, chiuderebbe la sua prima stagione in serie A 49 punti, uno in più rispetto alla prima stagione del Gasp nella massima serie.