Gaslini: le gemelline siamesi operate con successo il 6 giugno tornano a casa in Burkina Faso
di Stefano Rissetto
Le bimbe erano state operate il 5 giugno da un'equipe di 50 professionisti e hanno seguito cure, ricostruzioni chirurgiche e riabilitazione
Le due gemelline siamesi del Burkina Faso, separate con un delicatissimo intervento lo scorso 6 giugno all’Istituto Gaslini di Genova da un’équipe di oltre 50 professionisti, oggi rientrano finalmente a casa insieme alla mamma. Dopo sei mesi di cure, ricostruzioni chirurgiche e riabilitazione, per loro inizia una nuova vita.
Arrivate in Italia grazie all’associazione Una Voce per Padre Pio nell’ambito del Programma Umanitario Sanitario, le bambine – nate nel dicembre 2024 e unite nella regione toracica e addominale, condividendo fegato e parte del pericardio – sono state prese in carico dal Gaslini con il sostegno della Regione Liguria e dei Patrons of the World’s Children Hospital.
La mamma, Ouedraogo Gueiminatou, ha espresso profonda gratitudine verso tutto il personale: «Al Gaslini abbiamo trovato persone che hanno voluto bene alle mie bambine come fossero le loro. Non dimenticherò mai ciò che avete fatto per noi».
Per il direttore generale del Gaslini, Renato Botti, l’intervento è un esempio di “straordinaria competenza e umanità”, frutto della collaborazione tra clinica, ricerca e accoglienza. Un risultato possibile anche grazie alla rete internazionale che collega il Gaslini a ospedali e associazioni impegnate nella cura dei bambini più fragili.
«Oggi è il giorno che aspettavamo», commenta Fabrizio Arengi Bentivoglio, presidente dei Patrons, sottolineando la forza di una solidarietà globale che ha permesso alle piccole Yousra e Maichara di affrontare l’intero percorso. Le accompagnerà personalmente in Burkina Faso anche Enzo Palumbo, presidente di Una Voce per Padre Pio: «Questa è l’Italia bella, quella che sa donarsi senza riserve».
L’assessore ligure alla Sanità Massimo Nicolò evidenzia come questo successo confermi l’eccellenza della sanità ligure, capace di unire competenza, umanità e lavoro di squadra.
Il percorso clinico è stato complesso e articolato. La separazione e la lunga fase ricostruttiva hanno richiesto un coordinamento multidisciplinare tra chirurghi, anestesisti, rianimatori, radiologi, infermieri e tecnici. «Ogni fase è stata pianificata nei minimi dettagli», spiega Girolamo Mattioli, direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche.
Dopo l’intervento, la ricostruzione della parete toracica e addominale ha comportato ulteriori procedure, seguite dalle équipe di Terapia Intensiva e del Dipartimento di Emergenza, guidato da Andrea Moscatelli: «La cosa più importante è che ora le bambine potranno condurre una vita sostanzialmente normale. Il contatto con l’ospedale del loro Paese continuerà, per garantire assistenza anche in futuro».
Un ruolo decisivo è stato svolto anche dagli infermieri e dagli operatori sanitari. Come ricorda Silvia Scelsi, direttrice delle Professioni Sanitarie: «Ogni gesto è stato guidato da competenza, attenzione e umanità».
Il progetto ha coinvolto anche specialisti di altre strutture italiane, creando una rete interaziendale virtuosa. Inoltre, tre professionisti dell’ospedale universitario di Ouagadougou hanno seguito il percorso al Gaslini, consolidando una collaborazione medica internazionale che lascia un segno concreto.
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